Galileo superstar alla mostra del libro antico

Curiosità e repulsione, sentore di verità e tormento di fede: forse erano questi riflessi, speculari, di sensazioni ad abitare l’anima di Maffeo Barberini, Papa Urbano VIII, quando sfogliava il Dialogo sopra i due Massimi Sistemi del Mondo. Perché lui, il difensore dell’ortodossia, una copia del libro che valse a Galileo Galilei il processo e la condanna della Santa inquisizione la custodiva nella sua ampia biblioteca. Ed è - probabilmente - lo stesso esemplare che dal 16 al 18 marzo sarà ospite della «Mostra del Libro Antico» nel milanese Palazzo della Permanente di via Turati.
Il prezioso testo fa infatti parte della più importante collezione privata del mondo galileiano, e del suo universo, che sarà mostrata per la prima volta in Italia. Una raccolta composta da 136 opere, di cui 128 a stampa, con testi dello scienziato pisano e di suoi allievi, di oppositori e di sostenitori della copernicana teoria eliocentrica. E tra gli otto, importanti manoscritti c’è anche un estratto dal Dialogo, richiesto probabilmente dallo stesso Galilei, al quale durante il processo era vietato scrivere (la sentenza di condanna è del 22 giugno 1633).
Accanto allo «Spazio Galilei» la mostra voluta da Marcello Dell’Utri (quella di quest’anno è la diciottesima edizione, sito www.mostradellibroantico.it) presenta la tradizionale galassia di rarità editoriali, manoscritti miniati, libri d’Ore, autografi, legature e mappe, che da fine Quattrocento scandiscono l’arte libraria fino al Novecento. Tutto materiale esposto da librerie antiquarie italiane, europee e americane. Tra gli incunaboli spicca, per esempio, la seconda edizione del trattato Pratica musicae di Franchino Gaffurio, stampato a Brescia nel 1497 (presentato dalla libreria Philobiblon). Si tratta di un importante compendio di musica sacra che il maestro di cappella del Duomo di Milano, amico di Leonardo da Vinci che lo immortalò nel Ritratto di musico, oggi alla Pinacoteca Ambrosiana, dedicò al suo duca, Ludovico il Moro.
La libreria Scarpignato di Roma espone invece un’interessante lettera di Filippo Tommaso Marinetti. Dal fronte di guerra il padre del Futurismo indirizza la sua prosa all’amica Orazia Prini: «Piaceri: vedere Austriaci in FUGA. Donne: zero. Viaggi: desiderio rivederla a Roma dopo aver fatto tutto il mio dovere - piacere. Saluti: saluti + viva simpatia + amicizia...». E in un rescritto, sul lato sinistro, è Boccioni che annota: «Saluti a Lei e a Prinotto, abbiamo vissuto sotto un fuoco terribile avanzando sempre con baionetta e risate ironiche. Abbasso l’Austria Viva l’Italia! Suo Boccioni».
D’inizio Ottocento è invece la prima tiratura della traduzione che Ugo Foscolo fece della Relation de la bataille de Marengo, relazione scritta nel 1805 dal maresciallo di Francia Alexandre Berthier su richiesta del ministro italiano della Guerra, Caffarelli. L’opera, oltre alla firma e alle notazioni autografe del Foscolo, comprende anche la lettera con cui Napoleone ne ordinava a Eugène Beauharnais la versione italiana.


La favola più amata della letteratura inglese per l’infanzia, Alice nel paese delle meraviglie, di Lewis Carroll, nel 1907 fu al centro di un’iniziativa dell’editore Hachette che volle impreziosirla con il lavoro di Arthur Rackham, geniale illustratore fantasy. Splendidi disegni che gli appassionati potranno ammirare in una delle prime copie «de grand lux sur papier di Japon» firmate dall’artista.

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