Gaza accerchiata dai blindati. Onu: "Stop subito"

Appoggiato dall’artiglieria e dagli elicotteri, con le navi che bombardano la costa, l'esercito israeliano è penetrato nella periferia della città (video). Frattini in Medio Oriente. Ieri scontri a Milano al corteo pro Palestina: video. I due fronti a una svolta: Hamas-Gerusalemme

Gaza accerchiata dai blindati. Onu: "Stop subito"

Gaza - L'operazione "Piombo fuso" non conosce soste. Nella notte per la prima volta le truppe israeliane sono penetrate nella periferia della città di Gaza. L’avanzata si registra poche ore dopo che il primo ministro Ehud Olmert ha messo in guardia i militanti di Hamas contro il "pugno di ferro" che si abbatterà su di loro se rifiuteranno le condizioni israeliane di arresto dei combattimenti sulla Striscia. Anche oggi durante le ore del "cessate il fuoco" si sono registrati colpi di artiglieria dell’esercito israeliano. Sessanti gli obiettivi colpiti a Gaza nel diciassettesimo giorno di guerra. I soldati con la stella di Davide sono entrati nel quartiere ad alta densità di Tel Hawwa e sono impegnati in questi minuti in un’operazione di perlustrazione nelle strade: distrutte decine di case, molti abitanti sono fuggiti in cerca di un posto sicuro. Mai in questi 18 giorni di offensiva militare, le truppe dello stato ebraico si erano avvicinate così tanto al centro della città.

Il bilancio delle vittime Fonti mediche palestinesi riferiscono di almeno 16 persone uccise nelle ultime ore. Novecentoventi le vittime complessive dell’operazione lanciata il 27 dicembre scorso di cui 75 sono donne e 292 bambini.  

"L'offensiva va avanti" Il capo della Difesa israeliana, il generale Gabi Ashkenazi, ha dichiarato che i suoi soldati stanno facendo un "lavoro eccezionale" e che i combattenti di Hamas e le sue infrastrutture hanno subito seri danni. Tuttavia secondo il militare "c’è ancora molto lavoro da fare". Per questo, ha spiegato ancora il generale intervenuto ad una sessione di un comitato parlamentare per gli affari esteri e la difesa, l’esercito israeliano continuerà a colpire Hamas, finché questo non cesserà il lancio di razzi contro le città israeliane.

L’Egitto prosegue i suoi sforzi Mubarak continua a mediare per un cessate-il-fuoco con Gaza, territorio che si trova sul suo confine settentrionale. Ma fonti politiche libanesi hanno riferito che i negoziatori di Hamas rifiuteranno oggi le proposte del Cairo di mettere fine ai lanci di razzi che hanno innescato l’offensiva israeliana. Una fonte libanese vicino ad Hamas ha aggiunto che il gruppo vuole la tregua solo per un tempo limitato.

Livni: offensiva nell'interesse dei palestinesi La guerra contro Hamas è anche nell’interesse dei palestinesi. A sostenerlo è il ministro israeliano degli Esteri Tzipi Livni, citata oggi su Haaretz mentre incontrava una delegazione del Jewish American Committee. Secondo la Livni il successo dell’operazione favorirà tutte le forze moderate nella regione, compresi i palestinesi che credono in una pace con due Stati. Il ministro degli Esteri, leader del Kadima e candidata a primo ministro, ha aggiunto che Hamas sta mostrando segni di sofferenza a Gaza anche se la leadership a Damasco non lo ammette. A suo giudizio, c’è una grande differenza fra quello che gli esponenti di Hamas dicono in pubblico e in privato. 

Ban Ki-moon: subito stop Il segretario generale delle Nazioni Unite si sta dirigendo nella regione per una settimana di colloqui con i leader di Egitto, Israele, Giordania e Siria nel tentativo di mettere fine allo spargimento di sangue. "Il mio messaggio è semplice e va dritto al punto: i combattimenti devono cessare. A entrambe le parti dico: fermatevi adesso", ha detto Ban ai giornalisti prima della partenza.

La telefonata di Olmert a Bush Sarebbe stata il risultato di una chiamata fatta in extremis dal premier israeliano ad interim, Ehud Olmert, al presidente Usa, George W. Bush, l’inattesa astensione degli Stati Uniti nella votazione sulla risoluzione Onu di giovedì scorso per il cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza e il ritiro delle forze d’Israele dall’enclave palestinese: la mossa americana impedì di raggiungere l’unanimità in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, anche se non bloccò l’adozione del provvedimento. L’esito del voto al Palazzo di Vetro è stato rivendicato dallo stesso Olmert nel corso di un comizio. "Quando, per ragioni che non abbiamo in realtà compreso, ci rendemmo conto che il segretario di Stato americano Condoleezza Rice intendeva votare a favore della risoluzione, cercai subito il presidente Bush. Mi fu risposto che si trovava a Filadelfia per una conferenza", ha raccontato il primo ministro dello Stato ebraico, "ma io ribattei 'Non m’importa, debbo parlare con lui adesso'. Lo fecero scendere dalla tribuna degli oratori, lo condussero in un’altra stanza, e così potei comunicare con lui. Gli dissi 'Non potete votare a favore di quella risoluzion'", ha proseguito Olmert, "e lui mi rispose 'Guarda, io non ne so nulla, non ho visto il testo, non sono a conoscenza di come sia formulato'".

La missione di Frattini Portare gli aiuti umanitari italiani a Gaza e contribuire ad un dialogo con tutti gli attori della regione. Questi gli obiettivi della missione in Medio Oriente del ministro degli Esteri Franco Frattini. "La mia missione nella regione - ha detto il ministro rispondendo ad una domanda a margine dell’incontro con l’Ance che si è svolto questa mattina - punta a due obiettivi: consegnare personalmente gli aiuti umanitari italiani all’Anp con l’aiuto della Croce Rossa Italiana che opera a Gaza e contribuire ad un dialogo con tutti gli attori mediorientali". Siria, Libano ed Egitto sono alcune delle tappe della prossima missione di Frattini in Medio Oriente, oltre che Israele e Gaza. "In particolare - ha detto il ministro - l’Italia punta ad un dialogo con Siria e Libano, due paesi che hanno al loro interno una forza come Hezbollah già invitata ad avere un atteggiamento costruttivo e non distruttivo". 

Diritti dell'infanzia Il comitato delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia ha denunciato oggi "Gli effetti devastanti dei combattimenti a Gaza sui bambini. Tali episodi - avverte il comitato in una nota - avranno degli effetti emotivi e psicologici gravi per tutta una generazione di bambini".

I 18 esperti del comitato hanno ribadito come i testi internazionali, sottoscritti anche dallo stato ebraico, "proibiscono sia l’utilizzo di bambini come bersaglio, sia gli attacchi diretti contro obiettivi posti sotto la protezione del diritto internazionale, dove spesso sono presenti minori, come scuole e ospedali".

 

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