Genova impari da Rotterdam a sconfiggere la burocrazia

Creare un linguaggio comune tra i porti di Genova e Rotterdam, che saranno i due terminali del futuro corridoio europeo 24. È stato questo il senso della collaborazione che si è stretta tra i due scali marittimi e che ha portato all’elaborazione di un’indagine congiunta, che è stata presentata ieri, al termine della visita della delegazione olandese, nella sede dell’autorità portuale di Genova. I due porti hanno molte caratteristiche in comune: entrambi, infatti sono «multi gateway port» con una funzione di nodo multimodale ma con alcune differenze sostanziali, a partire dai traffici (Rotterdam movimenta circa 10 milioni di container contro l’1,5 di Genova), passando dalla governance dei controlli per arrivare al modo di concepire le tasse portuali o, ancora, ad una diversa filosofia nei controlli. «Molto importante - ha spiegato Gerard Van Hasselt, che ha curato lo studio - il ruolo di Rivalta, un esempio della modernizzazione del porto di Genova che può essere un utile esempio anche per Rotterdam.

Oggi le differenze sono molte tra i due scali: Rotterdam, soprattutto, è meglio organizzata nelle procedure. Le navi arrivano in porto e trovano procedure veloci, più organizzate mentre a Genova c’è ancora troppa burocrazia».

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