Genova laboratorio del partito unico del centrodestra

Genova laboratorio del partito unico del centrodestra

Genova laboratorio nazionale della lista unica del centrodestra, alle amministrative di primavera: la città rossa per eccellenza, amministrata da sempre dalla sinistra e capoluogo di una Liguria quasi altrettanto rossa (si salva solo l’isola felice dell’Imperiese), potrebbe essere la prima realtà in Italia a sperimentare il «soggetto unico», in grado di far convergere i consensi dei moderati. L’ipotesi scaturisce come diretta conseguenza della strategia avviata da Silvio Berlusconi e ribadita con forza all’assemblea dei Giovani artigiani. Di fronte al pericolo che sale - questo il concetto espresso da Berlusconi - c’è una sola strada da percorrere, come antidoto: praticare l’unità del centrodestra. Concetti recepiti dal presidente del Copaco, il comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, Claudio Scajola, già abile tessitore della «macchina» organizzativa di Forza Italia e tuttora fra i più stretti collaboratori del Cavaliere. «Le prossime amministrative in Liguria - dichiara Scajola - potrebbero essere l'occasione per esplorare qualche percorso nel segno delle parole dette da Berlusconi». Pronto a recepire il messaggio il neocoordinatore regionale del partito azzurro, Michele Scandroglio. Che ci precisa i termini della questione: «È presto per parlare di partito unico. Ma - aggiunge Scandroglio -, la consultazione a Genova potrebbe essere davvero l’occasione per sperimentare il progetto di un soggetto politico unitario che superi le frammentazioni».
Sull’iniziativa si pronuncia infine Giuseppe Costa, capogruppo di Fi in consiglio comunale: «Genova ha bisogno di una scossa per risolvere i suoi grandi problemi. La Cdl, dunque, potrebbe cogliere l’opportunità nella prospettiva di semplificare il quadro politico».

La proposta coinvolge ora gli altri partiti del centrodestra, messi di fronte a una prospettiva concreta - sì o no, senza se e senza ma - e chiamati a pronunciarsi non nelle segrete stanze delle segreterie, ma direttamente di fronte agli elettori. Che sapranno trarne le relative conseguenze.

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