Caso derivati, il Pd dà ragione al «Giornale»Gli investimenti a rischio di Tursi

Il Comune di Genova per adesso non vende i derivati che ha in pancia, anche se la Corte dei Conti aveva dato il disco verde per evitare ulteriori rischi a carico degli enti locali. Lo ha spiegato ieri in Sala Rossa l'assessore Franco Miceli, che ha risposto a una valanga di interrogazioni da destra e da sinistra, dopo l'allarme lanciato sulle pagine de il Giornale. In sostanza, i pericolosi contratti erano stati siglati dall'amministrazione Pericu, che credeva di fare affari e di essere più furbo delle banche. L'anno scorso sono scaduti quasi tutti e l'amministrazione Doria non li ha rinnovati. L'assessore Miceli ha esposto il resoconto, indicando che ci sono ancora due contratti in ballo per 7.272.000 euro con Unicredit e 13.666.000 con Bnl.
«Ho letto gli articoli sul Giornale - dice il consigliere Pd Salvatore Caratozzolo - mi sono preoccupato e ho chiesto alla giunta di monitorare attentamente l'evolversi dei contratti perché, appena possibile, si possano liquidare senza che il Comune ci rimetta. Quell'investimento è sbagliato perché un Comune non può pensare di mettersi lì a giocare con il fuoco della finanza e della borsa. Occorrono investimenti tranquilli».
«Sulla base di quello che è emerso dalle pagine de il Giornale - attacca il consigliere Pdl Matteo Campora - e che ci era stato finora nascosto nelle pieghe del bilancio, ho chiesto alla giunta di fare attenzione sul caso dei derivati di Tursi. A causa di quei contratti sono emerse criticità che sono da monitorare con la massima professionalità. Anche se l'assessore Miceli ci ha spiegato che si tratta di investimenti tranquilli e che non conviene vendere al momento, bisogna assicurare che i soldi dei genovesi non affrontino ulteriori rischi e perdite inutili. Per me si potrebbero anche vendere subito come suggerisce la Corte dei Conti».

«Vendere è la soluzione più idonea - conferma il capogruppo della Lega Nord Edoardo Rixi - perché ci permetterebbe di chiudere ed evitare altri rischi. Ci possiamo perdere ancora di più di quello che già stiamo perdendo». FGraf

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