Dalle grandi opere la rinascita della città

(...) soprattutto questo a chi li deve amministrare: che li amministri. Punto. «E invece - attacca Luigi Grillo, responsabile nazionale Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici del Pdl - la politica del governo del Comune è avvolta nella nebbia. O meglio: non si muove di un centimetro nell'interesse dei cittadini. Eppure di cose da fare, ce ne sarebbe un mucchio. Tutte importanti, per invertire la tendenza in atto da anni e ridare slancio e credibilità alle proposte di sviluppo».
Grillo mostra ancora una volta d'aver «fatto i compiti a casa» studiando a fondo i problemi, e ribadisce i punti fondamentali di un progetto di ripresa che sono altrettanti atti d'accusa all'inerzia del sindaco e della giunta: «Io le chiamo le cinque pillole» gigioneggia l'esperto ex presidente della Commissione del Senato che si occupa di grandi opere e comunicazioni. E proprio sulle grandi opere - insiste Grillo - si deve puntare per rimettere in moto il meccanismo virtuoso. «Invece - sottolinea sempre Grillo - sono proprio le infrastrutture a segnare il passo. Per ragioni incomprensibili».
Prendiamo il caso del nodo di Genova: il Cipe, il Comitato dei ministri economici, ne aveva decretato l'importanza strategica con un atto ufficiale del 21 dicembre 2001! «Da allora - scandisce l'ex parlamentare tuttora in politica a tempo pieno -, non solo per colpa di Doria, passi avanti per la realizzazione non ne sono stati fatti, nonostante il nodo di Genova sia considerato il più trafficato d'Italia». Sempre a proposito di infrastrutture, che dire del Terzo valico? Ci sono 1500 milioni di euro a disposizione, ci sono le dichiarazioni di principio, ma non si va avanti. Perché? La questione rimane senza risposta, anche ieri pomeriggio, fra i partecipanti al convegno promosso dall'Associazione «Il Punto», tra cui i relatori Gianmarco Basola, presidente dell'organismo associativo, Matteo Campora, Paola Casazza (che ha parlato della necessità che città e provincia facciano sistema) e Luigi Alberto Zoboli (intervenuto sui problemi del lavoro).
Intanto inghiottiamo la terza pillola: lo scolmatore. A disposizione ci sono solo 25 milioni, un decimo di quelli necessari a realizzare l'opera che può scongiurare le ricorrenti e disastrose alluvioni. Qui il Pdl propone di calare l'asso «che invece non viene neppure considerato, anche in questo caso senza una ragione». Si tratta delle cosiddette obbligazioni di scopo.
Interviene con cifre e dati inconfutabili il consigliere comunale Campora: «Tursi ha un forte debito pubblico, circa 1300 milioni, ma possiede un ingente patrimonio immobiliare, oltre 3800 milioni. Potrebbe trasferire parte di questo patrimonio, tanto per dire 200 milioni, ad una società pubblica che emette obbligazioni da proporre al mercato. Sarebbero titoli appetibili in quanto garantiti, e si riuscirebbe facilmente a reperire le risorse che servono per lo scolmatore».
Restano due proposte cruciali, che riguardano lo smaltimento dei rifiuti - «Siamo l'unica regione che fa ancora ricorso esclusivo alle discariche, fortemente inquinanti. Perché non costruire un termovalorizzatore?» - e il Puc-Piano urbanistico comunale, che si dibatte nella totale incertezza, fra lungaggini che ritardano l'approvazione definitiva e un sostanziale disinteresse al varo.
Di fronte a questo scenario a dir poco soporifero, il Comune, il sindaco e la sua giunta, che fanno? La risposta degli esponenti del Pdl - ma condivisa ormai dalla maggioranza dei cittadini, e persino dagli ambienti della sinistra che avevano sostenuto Doria - è ancora una volta unanime: «Niente». A questo punto, non si possono neanche criticare gli interventi. Semplicemente, perché non ce ne sono...


Che sia il caso di darsi una sveglia, uno scossone particolarmente energico? E se non lo fa per primo il vertice di Palazzo Tursi, come si può pretendere che lo facciano gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti?
Conclude Grillo: «Noi insistiamo e siamo pronti a fornire il nostro contributo, al di là di sterili contrapposizioni. Ma Doria e la sua squadra, che diamine!, dimostrino almeno un po' di buona volontà. Lo chiediamo noi del Pdl, lo meritano Genova e tutti i genovesi».

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