Orfani di un partito, non di un'idea. Sono i traditi da Gianfranco Fini. Sono i genovesi di destra, quelli che dopo il Movimento Sociale e Alleanza Nazionale non hanno più avuto un punto di riferimento e sono stati bruciati dall'esperienza fallimentare del leader di Fli. Ieri si sono ritrovati in quella che è stata sede (prestata) del partito diventato prefisso telefonico per un convegno dal titolo «L'importanza dell'associazionismo nel contesto politico nazionale», organizzato dall'associazione «Tradizione e Libertà» e dall'Anoi, l'Associazione nazionale Obiettivo Italia». «Ripartiamo dalla cultura e dai valori che non abbiamo mai perso - spiega Giuseppe Murolo, presidente di Tradizione e Libertà -. Siamo quel 25 per cento di elettori di destra che aspetta un nuovo partito di area rivolto al futuro e che per questo proviamo a dare vita a una rete di associazioni culturali che si possa trasformare in movimento». Tra i presenti, oltre a Murolo con un passato di consigliere comunale a Genova, anche molti professionisti con esperienze in Municipio, da Glauco Berrettoni a Francesco Massa, fino a Massimo Benoit Torsegno.
Il loro obiettivo è riassumibile in uno slogan: «Vogliamo morire a destra». Murolo aggiunge qualcosa: «C'era chi dava del traditore a me perché seguivo Fin. Oggi, vantandosi di avere l'accendino del Duce in tasca, vota Grillo. O, peggio non vota».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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