(...). È diventata famosa, lei. «Sono andata già alla Vita in diretta, sul Secolo XIX», ricorda con orgoglio, salvo ritrarsi un momento dopo. «Nooo, per carità. Non mi faccia la fotografia con i capelli così». Poi ci ripensa, e si mette in posa. «In fondo bisogna essere se stessi, o no?». Eccome.
Soprattutto a Sant'Ilario e specialmente in questi giorni di sovraesposizione mediatica post elettorale, con i cronisti che stazionano nottetempo davanti alla villa di Beppe Grillo e che per forza di cose vanno a bussare anche alle porte dei vicini di casa del Giuse. Perché quando in un fine settimana si diventa la capitale che tiene in pugno - almeno così dicono - le sorti politiche di un intero paese, tutti ne diventano attori. Protagonisti, ovviamente. E in fondo qui sulle colline del levante di Genova, dove si vive ancora in una dimensione altra rispetto alla quotidianità cittadina, una buona dose di popolarità non guasta, «a patto che non duri tanto». Fa folklore, giurano gli indigeni perché a conti fatti - secondo il bilancio di Alda - han procurato ben più fastidi gli operai con i lavori lì accanto a casa Grillo che non le telecamere. «Moooolto peggio, con tutto quel rumore e quella polvere». E se lo dice lei che in questo paradiso ci è nata e ci vive da sempre, c'è da crederci. Così come, sentendo i racconti della gente di Sant'Ilario, vien da pensare che una parte dello «zoccolo duro» e dei sostenitori di sempre del comico genovese, siano proprio qui, fra queste case sulle colline del Levante. Forse più per un'empatia da buon vicinato che per passione politica, ma tant'è quale che sia la natura di questo sentimento, intorno al Giuse qui fan tutti quadrato.
Prima dello Tsunami, senza specificare se si tratti del tour dei Cinque Stelle o della tempesta elettorale, racconta Marisa che sono andati insieme a fare una passeggiata con Beppe e Delirio, il cane del comico. «Può scrivere che la signora Marisa ne dice bene, benissimo di Grillo. Fossero tutti così. Ah sì, perché quello che aveva detto nell'1989, dopo 14 anni si è avverato. Ma allora non ci credeva nessuno. È una persona giusta e onesta». Guai a chi si azzarda a fargli le pulci per la villa da sogno in uno dei posti più incantevoli della Liguria. «Se l'è comprata con i suoi soldi da comico, e allora? È una persona semplice, quando passa di qui ci fa ridere. Doveva andare ancora meglio il voto, glielo dico io». L'importante è che ora non «lo inquinino», che non si comprometta con quegli altri là, dopo che «li abbiamo svergognati al massimo», incalza l'amica di Marisa per dar man forte all'altra. Una con la maglia del Genoa, l'altra accanto a un marito blucerchiato, divise forse dalla fede calcistia, ma unite nel cuore, grillino e a Cinque Stelle.
Perché a Sant'Ilario, la pensan tutti - o quasi - così e nel mirino ci finiscono sempre gli altri: il Giuse, mai. Come per l'anziana che s'affaccia dalla finestra in un vicolo dietro la via del Marsano e ci urla seccata. «Ma non vi vergognate? Fino all'una di notte a far baccano...Colpa di Grillo? Macché, colpa vostra». O come il ragazzo che al citofono risponde che sono i cronisti ad aver turbato la quiete di questo posto. Certo, se invece che riservare le uniche interviste alla stampa straniera, Beppe avesse deciso di parlare anche con quella italiana, le cose chissà si sarebbero risolte in tempi più rapidi. Con vantaggio per tutti. Il signore che da Nervi la mattina viene qui sopra per farsi la sua corsetta che avrebbe evitato lo slalom in mezzo ai cameramen e Sant'Ilario si sarebbe risparmiata il pellegrinaggio di cuoriosi fin dal Piemonte, con la focaccia in una mano e nell'altra la macchina fotografica e ti chiedono: è qui la casa di Grillo? Sì, là in fondo, dove ci sono le telecamere. Eppure, la popolarità e la fama seppure per qualche giorno, sono una sbronza che una volta nella vita fa piacere provare. «Vuoi che ti racconti come ho conosciuto Grillo? - riattaca ö Aldö con la sua mano forte che ti stringe il braccio -. Me l'ha presentato una ragazza. Mi ha detto: belin ma non lo conosci, è Grillo. Ma era prima che diventasse famoso».
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