Un punto che vale un'impresa. Un genio, un folle dello sport, quello che nel calcio sarebbe un numero «10» alla Cassano e che con la racchetta ha regalato agli amanti del tennis una delle domeniche più emozionanti della storia, riportando l'Italia ai quarti di finale della coppa Davis. Un traguardo che gli azzurri non raggiungevano da 15 anni. Il protagonista della favola si chiama Fabio Fognini, ha 25 anni e viene da Arma di Taggia. Centosettantotto centimetri di altezza per settatantacinque chili e destro e rovescio che solo lui...
Domenica pomeriggio a Torino il «folle» Fognini ha riportato l'Italia tra le 8 nazioni più forti del mondo, qualcosa che non capitava da tanto tempo. Ha chiuso la gara al quinto set contro il croato Ivan Dodig, dopo che Andreas Seppi aveva perso in tre set contro Marin Cilic. Fognini entra, perde un set. Poi ne vince tre, l'ultimo con un game decisivo del 5-5 dopo che era sotto 40-0. Proprio quel Fabio Fognini che solo 48 ore prima con un febbrone da cavallo a 39 e mezzo sembrava dovesse dare forfait è, invece, diventato l'eroe della giornata.
Fabio, ligure non solo per la carta d'identità e per i suoi natali a Sanremo, vive ad Arma di Taggia con i genitori Fulvio e Silvana e la sorella di tre anni più piccola Fulvia. «Fogna», così è soprannominato nel circuito tennistico, ha cominciato a giocare all'Amatori Tennis Armesi che aveva solo quattro anni seguito da Massimiliano Conti, il coach che lo portò fino all'adolescenza. Oggi la sua terra non l'ha dimenticata tanto da scegliere di militare in serie A nella squadra del Park Tennis di Genova. I primi segnali di una carriera da protagonista li diede nel 2005 quando si qualificò per il primo Atp della sua carriera, a Palermo. Da lì è stata un'ascesa continua anche se nelle gare della svolta gli viene rimproverato di aver mancato della freddezza giusta per diventare un numero 1. Resta comunque nella top 50, la griglia dei cinquanta atleti più forti al mondo, posizionandosi sul 47esimo scalino.
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