Furti a raffica, ma per Tursi «a Torriglia è peggio»

«A Torriglia rubano di più!»: questa la risposta, a dir poco singolare, che si è sentita dare la nostra lettrice Anna Maria Montaldo da un - sempre a dir poco - ineffabile impiegato del Comune cui s'era rivolta dopo essere rimasta vittima di un furto. Per capire bene come sono andate le cose e, soprattutto, qualificare precisamente l'alto tenore della risposta, bisogna rifarsi innanzi tutto all'incursione ladresca di lunedì scorso, di cui abbiamo dato notizia su queste pagine: un furto che, come spiega la signora Anna Maria, è avvenuto mentre lei con la sua famiglia si trovava ad assistere un parente anziano. Ebbene, i malviventi «sono passati dagli orti comunali, non ancora assegnati, confinanti con il giardino» (non ne forniamo, ovviamente, le coordinate per non regalare suggerimenti ad altri malintenzionati). Per questo - insiste sempre la vittima del furto - «mi sono rivolta al Comune per protestare», con la fondata speranza di ottenere un intervento risolutivo da parte dell'autorità pubblica».
Pia illusione. Tanto che l'unico «conforto» alla richiesta di iniziative si è limitato alla battuta sull'amena località dell'entroterra genovese, patria dei famosi (e favolosi) canestrelli, dove a quanto pare il Comune di Genova pensa che i ladri siano molto più assidui che nel capoluogo. Punto. E tanti saluti ai provvedimenti da assumere per la salvaguardia dell'incolumità dei cittadini! È sempre la nostra affezionata lettrice a sottolineare: «Noi ci sentiamo letteralmente abbandonati dalle istituzioni, indifesi e impotenti; basti pensare che se in preda al panico e allo sconcerto chiamiamo la Polizia, siamo costretti ad andare sulla strada principale per indicare la strada che porta alle nostre case». E ancora: «Nel passato ci siamo trovati a dover fare segnalazioni alla Polizia per atti di vandalismo e bullismo e ci siamo trovati in preda all'agitazione e alla paura a dover andare in strada a recuperare la Volante che ignorava l'esistenza di queste strade». Certo, la signora Anna Maria si rende conto che lei e la sua famiglia non sono i soli a subire i disagi: «Sappiamo bene - ammette - che esistono casi più gravi del nostro, nella disgrazia siamo stati fortunati a non essere a casa, tanto ormai ci hanno rubato una vita di ricordi che sappiamo già non potremo più recuperare. Però sulla porta abbiamo trovato un grosso bastone, era per noi?».
La conclusione è sconfortante: «Siamo lasciati in balia degli eventi. Ma è possibile che le istituzioni, almeno quelle locali, non si preoccupino del territorio? Non è giusto trovarsi ad aver paura nella propria casa, quella che dovrebbe essere il nostro rifugio, quella per la quale paghiamo fior fiori di tasse.

Non si dovrebbe vivere così». Già. Soprattutto nella città che si fregia delle qualifiche (dedotte direttamente dal sito del Comune): «Genova, non te l'aspettavi così bella!», «Lovingenova», «Genova spettacolare», «Smart City» e amenità varie.

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