Gasta, vero uomo e capitano che ha rilanciato la Samp

Gasta, vero uomo e capitano che ha rilanciato la Samp

(...) di Edoardo. Daniele Gastaldello, uomo vero, prima ancora che giocatore di qualità.
Gasta, infatti, è quello che - quando l'arbitro sbaglia a suo favore e lui se ne accorge - va dall'arbitro e chiede di modificare la decisione a suo sfavore. Gasta è quello che ha la sportività come i colori blucerchiati nel Dna. Ma Gasta - proprio per la sua correttezza e il suo senso della giustizia assoluto, un po' come quello dei bambini - è anche quello che non ce la fa ad essere «preso per il culo», per usare il termine tecnico utilizzato la scorsa settimana dopo la rissa di Siena.
Succedeva che qualcuno, probabilmente, il secondo portiere senese, buttava in campo palloni per far perdere tempo. E Iachini e il suo staff, a partire dal secondo Carillo, anzichè prendersene la responsabilità, hanno negato tutto. Da qui, conseguente rissa, con tanto di Romero - che è uno argentino sì, ma che solitamente se ne sta calmo e tranquillo nella sua porta - che ha attraversato tutto il campo per partecipare.
Vedete, non ho alcun bisogno di chiedere chi avesse ragione nella circostanza. Mi basta sapere che si è scaldato Gasta, persona amante della giustizia assoluta se ce n'è una, per sapere che tutte le ragioni erano dalla sua parte e tutti i torti in quelli del berretto. Ma mi pare anche che la rissa di Siena abbia messo finalmente a tacere tutte le vedove inconsolabili di Iachini - buon allenatore per la serie B e mediocre per la A, almeno a giudicare dal suo recente curriculum, compreso quello di Siena dove rimpiangono Serse Cosmi - che non hanno mai smesso di recitare giaculatorie dall'inizio del campionato.
Pasquale Sensibile ha molte colpe. Ha comprato male e, spesso, venduto peggio. Ha scelto Ferrara che non era il nuovo Mourinho, e neppure il nuovo Oronzo Canà. Ma ha un grande merito: insieme ad Edoardo ha avuto il coraggio di andare contro le vedove inconsolabili di Iachini e cambiare.
Ora, con Delio Rossi, il cambio è quello giusto. A parte la partita di Siena, finalmente, allo stadio ci si diverte e si vede un bellissimo Doria, capace di vincere e convincere. E non è Icardi, non solo Icardi, che pure è un giocatore di livello assoluto, di quelli che non si vedevano da tanto là davanti. E fa sorridere pensare che, fino a poche settimane fa, ero a discutere in televisione con opinionisti o sedicenti tali che contestavano Maurito al grido di «Vuoi mettere Maxi Lopez o Pozzi!». Proprio così, Pozzi.
Però, per l'appunto, il miracolo di Delio Rossi va oltre Icardi. E va anche molto oltre il 6-0 contro un Pescara imbarazzante. Che, peraltro, è un 6-0 vero, molto diverso da quello dello scorso anno contro il Gubbio, che dopo pochi minuti era già con due uomini in meno. La grandezza della Sampdoria di domenica - oltre all'omaggio a Duccio che ha commosso tutti in tribuna, dalle sue donne al duro Edoardo, tornato a casa con i lucciconi - è stata quella di Gastaldello, per l'appunto. Grande uomo, abbiamo detto. Ma anche ottimo giocatore. Oppure quella di Obiang che, splendido gol a parte, non è mai stato così perfetto in una partita come lo è stato con il Pescara.
Oppure, la partita di Palombo. Lo dico io che di Angelo sono sempre stato il critico più severo, ritenendolo sopravvalutato. Lo dico io che non mi sono commosso alle lacrime, nè alle professioni di fede blucerchiata che non sempre corrispondevano a comportamenti che avrebbero aiutato la società, ad esempio, fino a un certo momento, sull'ingaggio.

Eppure, nel suo nuovo ruolo, quasi da vecchio libero, Angelo è perfetto, ancora meglio dello straordinario Palombo di Mazzarri.
E così la Samp ha trovato un grande centrale difensivo, Palombo. Ma anche un grande capitano, Gasta.
(2-fine)

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