I livelli di ossido d'azoto e degli altri inquinanti dell'aria calerebbero drasticamente. Meno traffico, aria più pulita con una qualità della vita che migliorerebbe decisamente per i genovesi che oggi abitano a ridosso delle trafficatissime A7 e A10. Sarebbero questi gli effetti della Gronda di Genova secondo gli studi realizzati da Società Autostrade sull'impatto ambientale dell'opera, carte che vanno decisamente a contrastare quelle che sono le posizioni critiche assunte dai comitati anti-Gronda, ma anche alle tante riserve più volte mostrate dal sindaco di Genova Marco Doria e di una parte della sua maggioranza a palazzo Tursi che ritiene l'opera inefficace e dannosa.
In realtà, secondo le mappe di Autostrade che sono state mostrate in anteprima dall'emittente Telenord, a lavori ultimati la situazione sarebbe opposta a quanto sostengono i denigratori dell'opera con i livelli di inquinanti che calerebbero di 112 tonnellate l'anno nel solo tratto dell'A10 compreso tra Vesima e il casello di Genova Ovest. La situazione migliorerebbe notevolmente anche nel tratto di A7 esistente dell'interconnessione di Bolzaneto a quello di Genova Ovest con una particolare riduzione degli inquinanti tra la zona del Torbella e Sampierdarena: «È possibile affermare che l'opera in progetto - si legge nello studio della Società Autostrade -, se da un lato genera un incremento complessivo dei punti di emissione di origine autostradale, dall'altro, in ragione delle scelte progettuali assunte, consente di operare una importante riduzione dei livelli di emissione pro capite ai quali è oggi soggetta la popolazione residente lungo la rete autostradale esistente».
Una migliore situazione dell'aria che si accompagna a ricadute economiche positive sul territorio: secondo l'analisi - a fronte di un investimento complessivo di circa 3 miliardi di euro, di cui 2,4 per i lavori - si arriverebbe a generare una produzione attivata totale di 6 miliardi pari a circa il 200 per cento dell'investimento.
Il valore aggiunto attivato sarebbe pari allo 0,93 per cento del prodotto interno lordo della Liguria per ogni anno di cantiere, con una occupazione attivata totale pari 4.680 posti di lavoro per ogni anno di lavori. «Adesso saranno le imprese genovesi a dover cercare di approfittare di questa opportunità magari unendosi e chiedendo un incontro con il general contractor per cercare di capire come possono muoversi - ha spiegato a Telenord Walter Bertini, ex consulente del Ministero delle Infrastrutture -. Quello che è evidente è come una infrastruttura di questo genere possa avere effetti positivi per la realtà del capoluogo ligure». L'indagine viene letta con soddisfazione anche dall'assessore regionale Raffaella Paita che ritiene come «questo dato ambientale sia un valore aggiunto per alzare la testa e fare in modo che si possa procedere al più presto».
Il prossimo passaggio sarà la Valutazione d'impatto ambientale che il ministero delle Infrastrutture sta ponderando.
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