Idea grandiosa impiantata nell'immobilitàIl vero «palazzo dello sport»

(...) naturalmente tramontò. Da allora idee progettuali se ne sono succedute tante, più o meno gradite ai genovesi, che per natura diffidano delle novità. Allora ecco che ogni nuova iniziativa, sia che si tratti di una nuova tratta ferroviaria, di un passante autostradale, di un ospedale, deve passare attraverso estenuanti «dibattiti pubblici» e poi... possibilmente «passare di moda». Ed eccoci qui noi genovesi a lamentare la mancanza di crescita, la mancanza di lavoro, il fuggi fuggi o la chiusura di imprese, industrie, attività commerciali, con tutto l'indotto che rimane a terra.
Allora, lo vogliamo fare questo nuovo stadio? Vogliamo pensare a quali vantaggi immediati e permanenti possano derivarne, in termini di lavoro, sicurezza, crescita economica?
La risposta è, per una volta senza esitazione, sì. Vogliamo uno stadio moderno, completo di servizi sportivi integrati, un vero «palazzo dello sport» che dia visibilità alla città e ne costituisca un elemento di richiamo.
Il «palazzo dello sport» dovrà essere collegato con la città, ed integrato in un sistema logistico efficiente.

Dobbiamo guardare avanti e pensare ad una sua collocazione nel nuovo contesto rappresentato dal sistema integrato di Terzo valico e nodo autostradale, per non costringere un'idea grandiosa in una realtà minore, impantanata nell'immobilità.
Presidente regionale della Fondazione della Libertà per il bene comune

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