Lo spettro di Weimar insidia la nostra democrazia. È l'analisi di Paolo Armaroli che martedì alle 17, nell'Aula Mazzini in via Balbi 5, presenterà il suo ultimo libro «Lo strano caso di Fini e il suo doppio nell'Italia che cambia» (edizioni Mauro Pagliai) durante una tavola rotonda a cui parteciperanno Giampiero Cama, Dino Cofrancesco, Adriana Gardino e Giovanni Battista Pittaluga, mentre il caporedattore del Giornale Massimiliano Lussana sarà moderatore.
Con rigore scientifico e stile accattivante Paolo Armaroli, per trent'anni docente di Diritto pubblico comparato all'Università di Genova, ricostruisce le tante anomalie della passata legislature: dalle due parti in commedia recitate da Fini, presidente della Camera e capopartito, agli straordinari ai quali è costretto Napolitano per sostenere le istituzioni, dal preannuncio di dimissioni dei governi Berlusconi e Monti, anticipatrici di quelle del Papa a un parlamento sempre più svuotato di potere dai decreti legge e dalla legislazione delegata.
Come nella Germania tra le due guerre instabilità ministeriale e scioglimenti parlamentari anticipati possono condannare a morte la nostra fragile democrazia.
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