Niente pastiglietta per sterilizzare i gatti randagi. La Regione spende molto di più, ma vuole fare un lavoro più accurato. Lo conferma l'assessore alla Salute, Claudio Montaldo, rispondendo ai dubbi sollevati da Francesco Bruzzone della Lega. Perché mai, con i soldi che comunque sono a disposizione, non si riesce a sterilizzare abbastanza randagi? La domanda è pertinente e posta anche in maniera maliziosa, visto che nel corso dell'interrogazione si chiedono anche spiegazioni sulla logica della spartizione dei fondi ai vari Comuni.
Montaldo fa la storia dei finanziamenti partendo dal ministero fino ad arrivare ai veterinari che devono intervenire sui gatti. E spiega che in effetti si è scelto di usare il metodo più costoso, quello della cattura degli animali e della loro sterilizzazione con un'operazione chirurgica. E questo perché la pastiglia, il metodo chimico è efficace ma comporta rischi di salute per le gatte, che in particolare potrebbero ammalarsi di cancro alla mammella.
Quanto al fatto che ci sono Comuni che ricevono tanti soldi dalla Regione per contrastare il randagismo e altri che non hanno mai visto un euro, Montaldo se ne lava le mani e assicura: «La Regione utilizza questi fondi per finanziare i progetti dei Comuni per gli interventi di sterilizzazione, di risanamento e di costruzione di strutture per l'accoglienza di animali. L'Osservatorio permanente per lo studio e controllo della popolazione animale è l'organo deputato alla valutazione dei singoli progetti dei Comuni che devono essere corredati del parere favorevole della Asl Sanità animale, dalla delibera comunale di approvazione progetto, con copertura finanziaria totale da parte del Comune stesso».
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