Nei giorni scorsi, cè stata molta agitazione nel piccolo mondo molto antico della politica genovese per la pubblicazione di un sondaggio del Secolo XIX che dava Marco Doria a un passo dal 50 per cento più uno necessario ad essere eletto al primo turno, davanti a Enrico Musso poco sopra il 20 per cento e terzo, staccato, attorno al 12 per cento, Pierluigi Vinai appoggiato dal Pdl, da Liguria Moderata e dalla lista Città Nuove che fa capo alla governatrice del Lazio Renata Polverini ed è coordinata da Pasquale Ottonello, ottimo ritorno a casa.
La settimana prima, fra i partecipanti alla manifestazione di Libera contro la mafia era circolato un fantomatico sondaggio segreto che dava Doria già al sessanta per cento. Mentre La Repubblica-Il lavoro ne aveva proposto un altro che dava comunque Musso al secondo posto, seppure staccatissimo rispetto a Doria.
Intendiamoci, il Secolo fa il suo lavoro e commissiona sondaggi. Marco Doria fa il suo lavoro e dice che il dato non lo impressiona, ma che continua a lavorare. Pierluigi Vinai fa bene a minimizzare il dato, ironizzando, anche perchè è sceso in campo solo allultimo e, ovviamente, per imporre un brand occorre un po di tempo.
Il punto è che tutti questi sondaggi, a mio parere, sono carta straccia. Nientaltro che carta straccia. A partire da un dato: stavolta, le elezioni sono assolutamente non pronosticabili, per un semplice fatto: non si ha la minima idea di quale possa essere il corpo elettorale.
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