POESIE DI DOMENICO RAVENNASe anche il destino passa sul Bracco

Par di vederla, quella donna giovane, ma già ben ferma di carattere, mettersi in viaggio nel settembre del '46 per conoscere la famiglia del futuro sposo: «Salì su una corriera e attraversò il Bracco». A lei il figlio, Domenico Ravenna - giornalista professionista e poeta tutt'altro che dilettante - ha dedicato il suo terzo terzo volume di liriche, «Passaggio sul Bracco» (De Ferrari Editore): suggestiva sequenza di ricordi e riflessioni, di immagini tratte - credo un non facile esercizio - dallo scrigno interiore e consegnate al lettore non frettoloso, disposto a leggere e rileggere più volte, prima di giudicare. Sullo sfondo, certo, si staglia comunque il «Passo». Che diventa simbolo di passaggio, di cambiamento, e di inevitabile, ma accettabile in quanto naturale, destino. Nostalgia, malinconia, rimpianto? Niente di tutto questo, nelle poesie di Ravenna.

Piuttosto il senso d'un ambiente per tante ragioni unico, da dove continuano ad arrivare le voci di un mondo contadino deciso, orgogliosamente, a resistere. Anche se - o forse proprio perché - «sul monte è tornato il lupo».

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