di Massimiliano Lussana
L'anno scolastico è iniziato tranquillamente, con il solito corollario di film, romanzi, articoli e generi letterari che si porta dietro ogni primo squillo della campanella. C'è stata pure la classica visita nelle aule dell'assessore regionale Pippo Rossetti, che non passerà alla storia (la visita e probabilmente nemmeno Pippo), mentre è mancato il colpo d'ala costituito negli scorsi anni scolastici dal primo giorno di lezione sulla spiaggia di Alassio, voluta dal vulcanico Angelo Berlangieri, responsabile del turismo e certamente il migliore della squadra dei Burlando-boys. C'erano le lavagne e le cattedre sulla sabbia, la piantina di basilico sui banchi nel posto che un tempo era dei calamai, mancavano solo le prof in bikini, ma il resto era perfetto.
Però, bikini (o bermudoni per gli uomini) a parte, l'elemento che vorrei portare nel dibattito è l'elogio dei docenti. Non di tutti i docenti, senza distinzione di preparazione e di passione, ma della stragrande maggioranza che lavora, in silenzio, senza fare politica in aula, senza lamentarsi, con passione ed impegno, spesso sottopagata, portando un valore aggiunto nelle nostre classi. E non a caso, Matteo Renzi, in questo momento il più furbo di tutti, li ha messi al centro del suo programma elettorale.
Storie che ci piacerebbe raccontare e che vi chiediamo di aiutarci a raccontare, da maestri, da professori, da studenti, da genitori, da personale ausiliario di segreteria, da bidelli. Insomma, da tutto il mondo della scuola. (...)
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