Rispondere allo «schiaffo» votando ancora più il Pdl

(...) Amaro, probabilmente, ma senza polemiche. Tanto che Silvio Berlusconi l'ha immediatamente chiamato e nominato responsabile della Consulta Infrastrutture e Lavori Pubblici del partito.
Capisco anche l'amarezza degli altri che sono rimasti fuori. Ma credo che, una volta chiuse le liste, per un uomo di partito, ancor più se ha responsabilità istituzionali, venga il momento del silenzio. Ci si arrabbia, si fanno le battaglie, le si vince o le si perde, magari ci si sfoga il primo o il secondo giorno, poi però ci si mette a lavorare pancia a terra per il proprio partito. Anche perchè non è possibile che quello stesso partito fosse bellissimo sino al giorno prima e che diventi immediatamente schifoso per non aver candidato questo o quell'altro. Soprattutto, l'impressione è stata quella dei bambini che giocano a pallone e poi se lo portano a casa, dicendo: «Non gioco più, me ne vado».
Detto questo, mi ha fatto piacere che - dopo i propositi bellicosi dei primi giorni - e l'ipotesi, ventilata dal Secolo XIX e confermata in qualche modo dal capolista al Senato del terzo polo Maurizio Rossi, che però ha spiegato di aver giustamente rifiutato le profferte, di passaggio armi e bagagli al voto per Monti - anche i più duri critici delle liste ora pensino al massimo di appoggiare altre liste coalizzate con il Pdl. Ribadisco: non è il massimo. Chi sta in un partito, quanto meno dovrebbe votarlo, è una questione estetica e in qualche modo anche etica.
Ma, al di là di questo, credo che, se gli alti vertici romani del Pdl hanno dato uno schiaffo alla Liguria, il miglior modo per rispondere allo schiaffo da parte degli elettori liguri di quel partito sia quello di votare in massa proprio il Pdl. Perchè la storia insegna, ad esempio, che nel 2006 - in un'elezione persa, non stravinta, da parte del centrodestra - alla Camera vennero eletti quattro azzurri liguri, (solo nelle liste di Forza Italia, a cui andavano aggiunti due esponenti di An e uno dell'Udc), e al Senato due di Forza Italia e uno di Alleanza Nazionale.
Quindi, ci sono speranze nel Pdl per Eugenio Minasso, candidato per indicazione dell'ex ministro Altero Matteoli, che aveva a disposizione un pacchetto di nomi, e per Michele Scandroglio, che potrebbe tornare alla Camera con il gioco dei resti nazionale. E, al di là delle caricature con cui spesso viene rappresentato e che talvolta lui stesso ha contribuito a disegnare, Scandroglio è uno che spesso ha portato a casa risultati per la Liguria, anche con un gioco di squadra con il Pd dialogante di Mario Tullo e Andrea Orlando.
Al Senato, stessa storia. Il terzo posto in lista è quello di Roberto Cassinelli, ottimo deputato uscente, che può farcela solo se il Pdl avrà una grande affermazione in Liguria. Anche solo per fare tornare lui, recordman di presenze e di ascolto degli elettori nella scorsa legislatura, vale la pena di farsi passare ogni mal di pancia. Basta poco, basta remare tutti dalla stessa parte.


Ripeto: il migliore schiaffo ai compilatori delle liste è quello di farle andare oltre ogni previsione, rafforzando la nostra regione in Parlamento. Altrimenti, è la solita storia di quello che si taglia i cosiddetti per far dispetto alla moglie.

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