(...). Dal Comune mi hanno risposto che le unioni civili non è materia che riguarda i municipi. Ma c'è un regolamento che dice che le decisioni devono passare dai parlamentini». Quello a cui fa riferimento Carleo è quanto stabilito dall'articolo 59 del regolamento per il decentramento e la partecipazione municipale, per cui prima dell'approvazione in consiglio comunale i regolamenti devono passare dai municipi.
«Il nostro parere non è mai vincolante, ma solo consultivo - continua il vicepresidente del Pdl -, però poi la gente che vive nella nostra circoscrizione, viene qui a chiederci un parere, a domandarci cosa ne pensiamo su determinati argomenti. C'è una linea politica da seguire: che almeno ci consultino!». Anche perché, se così non deve essere e devono impedire ai municipi di pronunciarsi sui vari argomenti - è il ragionamento di Carleo - «che ci stiamo a fare qui? O ci danno importanza, altrimenti è meglio tagliarli i municipi». Prima dell'insediamento della giunta Doria, quando ancora qualche parlamentino era riuscito a resistere all'avanzata del centrosinistra e restare un baluardo dell'opposizione, allora sì che si facevano sentire e si facevano mandare tutti i documenti. Adesso invece, niente da fare. «Il sindaco non sta facendo niente, l'avevo detto che avremmo rimpianto la Vincenzi. Doria, i municipi non li considera neanche». Perché questo scherzetto, non è mica successo soltanto con il registro delle unioni civili, rimarca Carleo. «Ma anche con l'aumento del biglietto del bus Amt, con gli interventi per le grandi opere...». E pensare che il marchese rosso, durante tutta la sua campagna elettorale, aveva fatto del decentramento, un dei suoi cavalli di battaglia.
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