«La sesta vasca è indispensabile Ma mettiamola a Sestri Ponente»

La cantieristica navale ligure rischia di scomparire, dobbiamo sostenere il futuro delle riparazioni, e per questo serve anche il sesto super bacino: lo sostiene con forza Aldo Siri, capogruppo della Lista Biasotti in consiglio regionale, secondo cui «il presidente Burlando deve insistere per la localizzazione della struttura a Sestri Ponente. Bisogna convincere tutte le parti in causa che questa scelta va fatta, e al più presto, diversamente saremo tagliati fuori dal nuovo mercato». Siri fa riferimento, in particolare, alla preoccupante situazione del settore delle costruzioni navali per sottolineare la necessità di agire per la salvaguardia almeno dell'altro importante settore per il futuro della cantieristica genovese, cioè quello delle riparazioni navali. «Lo scenario prossimo - insiste Siri - sarà caratterizzato dalla costruzione di un sempre minore numero di navi, e quindi aumenterà la richiesta di riparazione di quelle esistenti. Il porto di Genova dovrà dotarsi in tempi rapidi di una nuova vasca, caratterizzata da eccezionali volumi per adeguarsi al mercato sempre più contrassegnato da navi di crescenti dimensioni. Ho presentato un'interpellanza a Burlando con lo scopo di pungolarlo perché non si perda tempo». Il capogruppo biasottiano condivide l'ipotesi di collocare questo super bacino all'interno del progetto di ribaltamento a mare a Sestri Ponente. La soluzione «presenta evidenti vantaggi economici rispetto a una localizzazione presso le attuali Riparazioni Navali, ovvero la possibilità di realizzare la nuova struttura all'interno di un'opera per la quale si sono già impegnati 70 milioni di euro anziché dover ricavare ex-novo una cifra pressoché analoga per l'altra soluzione».

Senza considerare - ma Siri li considera, eccome - «gli evidenti e positivi riscontri ambientali. La costruzione di un vero e proprio colosso, se collocata nel cuore del porto - conclude -, penalizzerebbe l'immagine della costa cittadina per chi arriva nel capoluogo via mare e via terra».