Con Silvio e gli «Amici del Giornale»

Caro Direttore Lussana, mi ero ripromesso di non intervenire nel dibattito apertosi con l'analisi del voto amministrativo, una disfatta incredibile, cui non sono seguite le dimissioni in massa dei responsabili del Pdl che avrebbero dovuto non frapporre indugi nel rassegnarle. Ma così non è stato e sembra che nulla sia successo in attesa che dall'alto piova qualche manovra che consenta a questi «nominati» di prolungare ancora per qualche anno la loro permanenza nella casta. Le lettere che pubblichi sono unanimi nel rimarcare le carenze, eufemismo, delle dirigenze del Pdl. Gli incontri con gli Amici del Giornale, se ce ne fosse bisogno, sono costantemente un grido di dolore per aver gettato al macero un consenso come mai c'è n'è stato di simile dal dopoguerra, cui ha fatto seguito il rifiuto elettorale di una organizzazione inesistente, nel migliore dei casi, ma spesso utilizzata per demolire quanto era stato costruito sul territorio dai tempi di Forza Italia.
Sentire che per senso del dovere patriottico si sostiene il governo Monti davvero fa capire quanto sia distante questo modo di far politica dalla gente comune. Sbaglio nel dire che questi «nostri» rappresentanti, ad ogni livello, erano stati eletti con un programma in cui si promettevano, oltre a molte cose opportune e necessarie, come la riduzione degli sprechi, il ridimensionamento dell'apparato burocratico, la riduzione della spesa pubblica, ecc. ecc anche di non metter le mani nelle tasche dei cittadini? Ho chiesto ad Alfano ed a Lupi di non votare la fiducia, ma di astenersi, di non essere complici di questo governo che noi non abbiamo né votato, né voluto. Invece grande entusiasmo nel dire che Monti fa proprio quello che «noi» avremmo voluto fare! No cari signori, non è questo il mandato che avete ricevuto, nessuno vi ha autorizzato a disporre dei nostri voti per fare questa serie di sciagurate manovre che stanno uccidendo l'economia e il futuro di questa povera Italia. Non vi accorgete che le aziende migliori sono svendute agli stranieri o messe in fuga in paesi che non vedono l'ora di accaparrarsi le nostre più valide, che i risparmi delle famiglie, da generazioni, sono razziati per finanziare banche private e per indebitare la gente e le imprese, in un meccanismo perverso che pone il dio banca sopra ad ogni essere umano? È così che rendete un servizio a chi vi ha eletto? Perché non vi siete neppure posti il problema di chiedere al popolo se è d'accordo nel finire sotto la dittatura di banche e di persone non elette democraticamente, che protette dall'immunità totale, non rispondendo a nessuna legge nazionale, vogliono imporci il Meccanismo Europeo di Stabilità con oltretutto l'esborso di una cifra di 125 miliardi di euro che finirà per drenare tutto quello che con lacrime e sangue è stato messo da parte con il lavoro di generazioni? Non avete sentito il dovere morale e la vostra coscienza, se ne avete una, che avrebbe dovuto farvi sobbalzare sapendo che il Fondo salva stati in realtà viene impiegato per finanziare banche, private, ancora e sempre, indebitate per le speculazioni, investendo i risparmi delle famiglie? Che se potessimo disporre delle cifre date in beneficenza a quelle banche, mascherate da Stati, Grecia, Portogallo, Spagna avremmo potuto investirli nella ripresa e nel futuro dei nostri giovani? Che lo Stato per sovvenzionare questi meccanismi deve indebitarsi ad un tasso superiore a quello del debito di quegli Stati, già segnati come insolventi e quindi difficilmente recuperabili, a meno che non si intervenga, come prevede il meccanismo infernale commissariando, esautorando la popolazione dal diritto sovrano di darsi un governo e di stampare la propria moneta, magari con l'uso della forza? Potrei continuare, ma mi sembra di parlare a chi non vuol sentire, visto che non avete neppure ridotto le vostre prebende e che vi guardate bene dal dire che nei comuni c'è la raccolta firme del referendum per ridurre i vitalizi vergognosi che, ancor più in questi momenti, sono uno scandalo intollerabile.
Caro Direttore, torniamo agli Amici del Giornale, lasciamo perdere chi non ci rappresenta più, o le alchimie di chi spera di essere nuovamente nominato dall'alto, grazie ad amicizie e parentele, torniamo a raccogliere le persone oneste che credono negli ideali e nei valori che sono alla base della nostra democrazia. Da qualsiasi parte vengano sono ben accette perché sono persone intellettualmente oneste e di queste, non di altre, abbiamo bisogno per ricostruire e recuperare quella parte che, per protesta non va a votare o vota Grillo. Il futuro non è nel dare un nome diverso, uno slogan o una cordata di solite facce.

Il futuro è nelle mani della gente per bene che non si sente rappresentata se chi è al governo tradisce la fiducia accordata e fa leggi che la puniscono ingiustamente o leggi che non rendono giustizia a chi difende la gente dalle violenze e dai danni e beatifica chi mette a ferro e fuoco una città. Voltare pagina, ma con gente nuova e con idee ben chiare, alle favole non crediamo più da un pezzo e Babbo Natale sappiamo chi è.

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