Tutti in coda a Pasquetta solo per panino e Acquario

(...) nell'unico negozio aperto della zona, o per entrare al «solito», benedetto e benemerito Acquario che è uno dei pochi siti turistici locali a fare il pieno e garantire introiti diretti, oltre che (ma un po' meno) indotti.
Basta vedere le immagini che pubblichiamo: una scattata davanti alla rivendita di panini imbottiti, dove si è assiepata la folla in cerca di rifocillarsi con gusto ed anche a buon mercato. Stridente, comunque, il contrasto con le saracinesche abbassate degli esercizi commerciali attigui che un po' per consuetudine tutta genovese, e un po' per il timore di sprecare luce e impiegare personale senza un minimo di contropartita-cliente, hanno preferito decidere per la chiusura.
L'altra immagine che pubblichiamo qui accanto è quella del serpentone dei visitatori in attesa dell'ingresso all'Acquario: passano gli anni - sono già più di 20 quelli compiuti dalle «vasche» affidate alla capacità imprenditoriale di Costa Edutainment -, ma l'attrattiva resta intatta presso un pubblico trasversale per età e gusti. E, in questo senso, il periodo pasquale si conferma ancora una volta quello più frequentato per ammirare squali, delfini e il resto della fauna dei mari del mondo.
Per il resto, e in particolare per quanto riguarda il settore dell'ospitalità - alberghi e ristoranti, soprattutto - è un bollettino di guerra. Persino il piccolo commercio e gli ambulanti piangono miseria: hanno visto passare davanti alle loro bancarelle, in particolare quelle sistemate a Caricamento e al Porto antico, una processione di gente. «Ma che ci fosse qualcuno che si fermava a comprare!» hanno ripetuto alla fine della giornata di ieri.
Eppure non si può dare la colpa al meteo: il tempo non è stato inclemente come nei giorni scorsi, non è piovuto e, in mattinata, addirittura è uscito un timido sole.

Tanta folla per le strade, insomma, ma mano ben lontana dal portafoglio. Qualche ambulante è stato preso dallo sconforto e ha chiuso in anticipo: «Meglio se sbaracchiamo e ce ne torniamo a casa, tanto, da come si è messa la giornata di oggi, non si lavora».

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