da Milano
Nessun matrimonio in vista mentre i contrasti in seno a Capitalia, almeno nei toni, sembrano placarsi. I due temi sullo sfondo allassemblea degli azionisti della banca capitolina, le future nozze e la pax armata tra il presidente, Cesare Geronzi, e il suo amministratore delegato, Matteo Arpe, ieri sono emersi in tutta la loro evidenza.
«Non ci sono colloqui né con Unicredit, né con qualunque altro istituto, quando ci dovessero essere lo vedremo». Il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, prende tempo. Il messaggio è chiaro: per le aggregazioni della banca romana non esiste una scadenza. In pratica bisogna attendere. E comunque non è mai stata considerata una fusione con Mediobanca e non cè spazio per incursioni straniere («Non vogliamo essere disturbati»). Il tutto mentre più in alto deve ancora decidersi la partita in cui è coinvolto il principale azionista di Capitalia, Abn Ambro (ha l8,6%). A seconda di chi avrà la meglio tra i suoi diversi pretendenti, la cordata Santander e Royal Bank of Scotland o gli inglesi di Barclays, diverse saranno le strategie sullItalia, dove oltre a Capitalia Abn controlla il 100% di Antonveneta.
Sul tema aggregazioni i contrasti del recente passato tra Arpe e Geronzi non hanno ieri trovato eco. E anzi entrambi i contendenti non hanno lesinato gli sforzi per mostrare un clima di ritrovata serenità. Non si è trattato di scontro, precisa Geronzi, a pochi giorni dal cda che gli ha conferito le deleghe sulle strategie e rispondendo alle domande degli azionisti. È stata una dialettica «intelligente, fisiologica» tra due persone. E Arpe aggiunge che a scapito della differenza di età e di esperienze, si tratta di persone che «hanno a cuore linteresse della banca».
Il terreno di scontro assembleare è stata invece la poltrona di presidente del collegio sindacale. Un contrasto annunciato giorni fa, ma che si sperava di superare con lassemblea. Non è stato così. Lelezione, per un quarto mandato, di Umberto Bertini come presidente dellorgano di controllo interno ha scatenato la reazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, secondo azionista della banca con il 7,2%, che si è detta pronta a impugnare lintera delibera. In particolare la Fondazione (che ha ribadito gli attacchi a Geronzi ed espresso il suo appoggio ad Arpe) rivendica lattribuzione del presidente, carica che secondo quanto prevede la legge sul Risparmio è affidata alle minoranze. «Tecnicamente - spiegano dalla Consob vale la tesi sostenuta dalla maggioranza dellassemblea di Capitalia, «prima di applicare il Testo Unico bisogna modificare lo statuto».
Lo scorso dicembre messo di fronte al problema lo stesso viceministro dellEconomia, Roberto Pinza è intervenuto con un decreto indicando il 30 giugno prossimo il limite ultimo per modificare gli statuti.
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