Giocattoli sequestrati: erano fatti di cocaina

Ai corrieri della droga non manca certo la fantasia. Libri, doppi-fondi, quadri, cinture, persino protesi. Ogni anfratto è buono per trasportare cocaina, hashish o eroina. È la guerra quotidiana tra i narcos e le forze dell’ordine. L’ultima battaglia, l’11 febbraio scorso. Quando i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Linate hanno fermato in aeroporto una peruviana appena atterrata dopo un volo Lima-Milano, e accompagnata da un carico sospetto. Due grossi bagagli pieni di giocattoli: peluche, decorazioni natalizie (in effetti, un po’ fuori stagione), macchinine colorate. Tutto molto innocente. Se non fosse che era tutto a base di polvere bianca.
Cocaina lavorata e plasmata con appositi stampi, un po’ come quelli per dolci. Solo che le automobiline - belle, colorate e da corsa - erano interamente fatte di droga.

La peruviana è stata arrestata, e con lei sono finiti in manette anche due connazionali, che avevano organizzato l’importazione e creato un laboratorio per lavorare chimicamente i giocattoli così da ottenerne nuovamente la coca in polvere, da piazzare poi sul mercato lombardo. La più importante piazza italiana dello spaccio.

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