«Il nipote di un mio collega, ammalato di linfoma, qualche giorno fa ha richiesto unecotomografia: gli è stato detto che il primo appuntamento possibile era alla fine di ottobre, anche se si tratta di un malato di tumore. Questo è solo un esempio del degrado a cui siamo arrivati». Pietro Randazzo, responsabile della Sanità per Unione a Sinistra, chiede una verifica al suo partito che fa parte della maggioranza in consiglio regionale. «Ho scritto a Franco Bonello, mio capogruppo in Regione - dice -. In due anni la sanità in Liguria ha fatto passi indietro, le liste di attesa sono aumentate invece ultimamente siamo arrivati al punto di vedere varare contro la nostra volontà lagenzia per la sanità, un nuovo carrozzone. Adesso si tratta di capire cosa fare visto che il punto di rottura con lassessore Montaldo è già stato oltrepassato anche per noi di sinistra».
Secondo Randazzo il servizio sanitario in Liguria è «scadente». E lo dimostra. «I dati ci dicono che i tempi di attesa sono da dieci a cento volte superiori rispetto a quelli delle regioni vicine - precisa Randazzo - e che vi è una fuga di pazienti per sottoporsi a ricoveri e a interventi chirurgici in Lombardia, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna. Questo depone per uninsufficiente qualità del servizio in Liguria». Randazzo parla senza troppe remore di «gestione dittatoriale delle scelte dei vincitori dei concorsi pubblici operate nelle singole specialità», e di «gestione oligarchica della sanità che nulla a che vedere con il bene del paziente». «Attualmente per abbattere il deficit della sanità - dice Randazzo -, si pensa di dover ridurre ulteriormente gli investimenti finalizzati allassistenza sanitaria o alla prevenzione della malattia. Io non credo sia la mossa vincente in quanto, se peggioriamo il servizio, produciamo più invalidi o malati cronici che pesano maggiormente sulle spese pubbliche, allunghiamo i tempi della malattia e quindi le capacità produttive degli individui, con ripercussioni sulle risorse del singolo e della collettività, oppure favoriamo la fuga del paziente verso realtà che garantiscono il rispetto umano».
Randazzo va oltre e definisce la cattiva gestione del denaro del contribuente in materia sanitaria «equiparabile alla truffa della Parmalat».
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