«Non ne possiamo più degli annunci e di attendere. È un logorio continuo. Spero che quanto dichiarato oggi dal governo algerino sia vero. Dopo quasi quattro mesi sarebbe lora di riavere a casa mia figlia». Così Lido Mariani, padre di Maria Sandra, la donna di San Casciano val di Pesa, rapita nelloasi di Djanet, nel deserto algerino, il 2 febbraio scorso commenta la nuova dichiarazione ottimistica (rilasciata ieri dal ministro del Turismo) del governo algerino sulla liberazione della figlia. Anche il 19 maggio scorso, fonti governative algerine avevano annunciato che la donna «era viva e stava bene» e che «si sta lavorando al caso». «Personalmente non sono informato sugli sviluppi delle ricerche. Non so se ci sono trattative in corso, non ho notizie. Forse la Farnesina ha parlato con mio nipote Alessio o con Mariangela, laltra mia figlia, ma se così fosse, qualcosa mi avrebbero detto», dice Mariani. Lultima prova in vita della donna, 53 anni, presumibilmente tenuta prigioniera in un Paese del Sahel, risale al 2 maggio scorso quando i terroristi inviarono un video che la mostrava.
Nessuna notizia, invece, del tecnico di Gattinara (Vercelli) Franco Lamolinara (47 anni) rapito il 12 maggio in Nigeria insieme con un ingegnere inglese, come lui dipendente dellazienda di costruzioni Stabilini Visinoni Limited. Per Lamolinara, infatti, secondo la Farnesina non sarebbe stato ancora chiesto alcun riscatto.
E la stessa mancanza di informazioni avvolge la sorte dei cinque marittimi italiani (uno di Trieste, uno di Gaeta e tre di Napoli) sequestrati dai pirati somali mentre erano a bordo della petroliera «Savina Caylyn» lo scorso 8 febbraio al largo del Golfo di Aden. Notizie su quanto sta facendo il governo per i cinque connazionali sono state chieste nei giorni scorsi, con uninterrogazione parlamentare ai ministri di Esteri e Difesa, dal deputato Udc Angelo Compagnon.
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