La «grande fuga» del centrosinistra

Sembra un fuggi fuggi generale. Dopo il sindaco Veltroni oramai in uscita dal Campidoglio, anche il presidente della Provincia Enrico Gasbarra sarebbe intenzionato a non ricandidarsi alle prossime provinciali di primavera, e sarebbe orientato a dimettersi dall’incarico in vista di una candidatura in Parlamento. Una decisione che scatena l’opposizione: se venisse confermata la notizia della rinuncia di Gasbarra «ci troveremmo di fronte a una Caporetto romana dove tutti fuggono via».
La normativa vigente non consente ai sindaci e ai presidenti di Provincia di candidarsi alla Camera o al Senato. Per farlo devono dimettersi entro i sette giorni successivi allo scioglimento delle Camere. Secondo alcune indiscrezioni Gasbarra potrebbe annunciare la sua decisione già oggi, mentre per presentare formalmente le dimissioni ha tempo sette giorni dalla data di scioglimento delle Camere. Un percorso che è parallelo, nei tempi, a quello che si profila per le dimissioni di Veltroni. Gasbarra, secondo quanto si è appreso, ha comunicato le sue intenzioni in una serie di incontri avuti ieri con vari esponenti delle forze politiche: prima ha incontrato il segretario regionale del Pd del Lazio Nicola Zingaretti, che gli ha rinnovato la sua richiesta a ricandidarsi alla guida della Provincia di Roma. Nel pomeriggio poi ha incontrato, tra gli altri, il segretario del Prc di Roma Massimiliano Smeriglio e ancora Zingaretti. Alla luce di questo scenario il coordinatore regionale di Forza Italia, Francesco Giro incalza: «Evidentemente sta venendo finalmente a galla una verità: che a Roma e Provincia non abbiamo certamente vissuto un grande rinascimento ma, al contrario e soprattutto in questi ultimi mesi, un degrado crescente». E aggiunge: «Non vorremmo domani scoprire che la sinistra, avendo già più volte annunciato il benservito a Marrazzo nel 2010, fosse costretta a fronteggiare, dopo quelle di Veltroni, anche le dimissioni anticipate del presidente della Regione alla ricerca di un salvacondotto». Anche da An le dimissioni di Gasbarra rappresentano solo «una grande fuga. «Sa di perdere e scappa - tuona il presidente provinciale di An, Francesco Lollobrigida. Il castello della sinistra laziale si sta sgretolando e, per fortuna, a primavera potremo restituire una guida sana anche a Palazzo Valentini restituendo dignità a quest’Istituzione».
Intanto per Veltroni è scattato il count down finale. Dopo tante previsioni, variopinti scenari, supposizioni bipartisan, l’avvio ufficiale della procedura di scioglimento delle Camere da parte del Capo dello Stato mette la parola “fine”: il sindaco dovrà lasciare la sua carica di primo cittadino della capitale, per potersi dedicare alla contesa politica su scala nazionale.

Le dimissioni però non saranno imminenti, come qualcuno inizialmente sosteneva. Ma dovrebbero essere ufficializzate nella data del 13 o anche il 14, giorno di San Valentino. Per le candidature nel centrosinistra avanza il nome di Rutelli. Mentre ancora tutto da decidere nelle file della destra.

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