La Grande Guerra tra le paure e i desideri dei capolavori della poesia italiana

Poesie e testi letterari, ma soprattutto cartoline, biglietti, lettere dal fronte e diari sul campo di battaglia per raccontare la Prima Guerra Mondiale con le parole dei poeti e dei grandi scrittori che vi presero parte: dall’inconsueto ed intimo «sentire» il mondo intorno alle trincee, quasi avvolto in una strana pace con i boschi e le case come oasi di tranquillità, di Camillo Sbarbaro alle terribili immagini di morte, strazio, desolazione e rabbia di Carlo Emilio Gadda, all’ispirata e illuminata visione di alcune poesie di Giuseppe Ungaretti, richiamando anche l’angosciato senso del vuoto di fronte alla tragedia bellica che - una generazione più tardi - Giorgio Caproni instillerà nei suoi versi del «Franco Cacciatore».

È il filo conduttore - con l’improvviso irrompere dal vivo tra una cartolina di Sbarbaro e un brano del Diario di Gadda di musiche e canzoni d’epoca come Cara Piccina, Lilli Kangy, Si fa ma non si dice o Gastone, stranianti e stridenti contrappunti agli orrori e alle sofferenze della guerra – dell’intenso e originale spettacolo «Uscito dalla trincea, il Fronte dei poeti», promosso dall’assessorato alla Cultura della Provincia di Genova, che sarà in scena domani alle 21 a Genova, nella sala del cinema-teatro Ritz di piazza Leopardi 5 con gli attori Rosario Lisma e Andrea Nicolini e il musicista Fabrizio Giudice. L’ingresso alla serata, alla quale interverrà l’assessore Giorgio Devoto, è libero sino ad esaurimento dei posti.

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