Grido d’allarme per la cultura in città

Grido d’allarme per la cultura in città

(..) A Sampierdarena - non in centro e questo è un merito ulteriore - quelli dell’Archivolto di Pina Rando e Giorgio Gallione hanno saputo davvero costruire qualcosa. Che magari può non piacere sempre (e, spesso, non piace neppure a me), ma che ha dietro un pensiero. Il che non è poi così scontato. Anche l’ultimo progetto su Baricco, che trasformerà il teatro nei prossimi giorni in un ristorante dove verranno messi in scena i testi giornalistici di Barnum, è comunque un segno di vita: la lettura scenica di Seta da parte di Claudio Bisio - come abbiamo raccontato anche nella recensione per le pagine nazionali - ha trasmesso emozioni sottopelle a chi ascoltava. E, credetemi, non è che succeda spesso.
E poi, anche al di là dei discorsi sui massimi sistemi e sui grandi finanziamenti della Fondazione, c’è tutta un’altra realtà - non di sinistra - che viene quasi ghettizzata dall’altra Genova. Ad esempio, tutta la rete dei piccoli teatri o delle sale parrocchiali: come si può dimenticare la meritoria attività del Teatro Carignano, capace di dar voce anche a tradizioni che altrove non hanno diritto di cittadinanza? O i coraggiosi tentativi a levante del San Pietro di Quinto e degli Emiliani di Nervi?
Oppure, ancora, la cultura non allineata al politicamente corretto. Su queste pagine, come al solito soli, abbiamo raccolto il grido d’allarme per la liquidazione della Fondazione Regionale Cristoforo Colombo che aveva il grande merito di dare voce a tutti. E abbiamo dato volentieri spazio all’incredibile segnalazione dell’ostracismo a cui è costretto il teatro della Gioventù di Giunio Lavizzari Cuneo che non è stato ritenuto degno di figurare nei teatri segnalati dal Comune, nonostante abbia ospitato alcuni degli spettacoli più interessanti degli ultimi anni, soprattutto in campo musicale, da Carlo Fava a Simone Cristicchi. Ma che mondo è quello in cui persino la segnalazione di un teatro su una guida si basa su simpatie o appartenenze politiche? E perché l’assessore Luca Borzani non ha mai risposto alla sollecitazione del Teatro della Gioventù? Eppure, dovrebbero conoscerlo bene, visto che l’hanno scelto anche per la presentazione ufficiale dei candidati dell’Unione a sindaco e a presidente della provincia di Genova Marta Vincenzi e Alessandro Repetto.
Mica finita. La scelta di Sergio Maifredi, una delle anime del teatro della Tosse, di candidarsi al Comune con Forza Italia ha causato un mezzo cataclisma, perché «estranea» al suo mondo. Ora occorre salvaguardare in ogni modo la sua ricchezza intellettuale. Ma siamo certi che la Tosse, proprio con la sua grande tradizione e la sua storia di novità a Genova, difenderà con le unghie e con i denti Maifredi e il suo diritto di fare politica. Un conto, giustamente, è la precisazione scritta di non aver nulla a che fare come teatro con una candidatura personale. Un altro è la forza di opporsi a un potenziale ostracismo nei confronti di Maifredi contro cui un uomo della storia e dell’onestà intellettuale di Tonino Conte si batterà alla morte.
Infine, l’ultimo tassello. Tempo fa ha riaperto il teatro Govi nel centro di Bolzaneto. Una tappa importante per riportare la cultura nelle delegazioni, annunciata dal Comune in pompa magna, con inaugurazioni ufficiali e tutte le autorità al loro posto.

Ora ci sono artisti che annunciano che quel teatro è spesso inattivo, che cancella spettacoli e le locandine sono desolatamente vuote. Siamo sicuri che sia vera politica culturale?
Ci piacerebbe che il nuovo sindaco rispondesse anche a queste domande.

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