Guerra in Ucraina

"Non ci sono le condizioni per la pace". Stoltenberg chiude ai negoziati

Stoltenberg, segretario Nato, chiude alle trattative con la Russia: "Non ci sono le condizioni", dice al Financial Times, e la Russia vuole promuovere una nuova offensiva in Ucraina

"Non ci sono le condizioni per la pace". Stoltenberg chiude ai negoziati

Jens Stoltenberg chiude ai negoziati tra Occidente e Russia sulla crisi ucraina sottolineando che ad oggi "non ci sono le condizioni" per discutere della fine del conflitto che da febbraio infiamma l'Est Europa. Il segretario generale della Nato, durante l'evento Global Boardroom, organizzato dal quotidiano "Financial Times", ha affermato che non è intenzione dell'Alleanza Atlantica sfruttare l'inevitabile fase di rallentamento invernale del conflitto per aprire spiragli diplomatici. Questo era quanto sperato dalla parte più dialogante degli apparati americani, rappresentati principalmente dal Pentagono e dalla Cia guidata dall'ambasciatore-pontiere William Burns.

Per l'ex primo ministro norvegese la Russia non ha mostrato alcun segno di distensione e non pare desiderare una fine pacifica della guerra. "Più vogliamo una soluzione pacifica, più è urgente fornire sostegno militare all'Ucraina", ha affermato. A suo avviso l'inverno sarà sfruttato da Mosca per riposizionare il suo esercito, colmare i vuoti e sostituire i mezzi usurati per lanciare, attorno all'anniversario dell'aggressione, a febbraio, una nuova offensiva su larga scala. "La Russia sta cercando di congelare" il conflitto, ha detto Stoltenberg, prima di "lanciare un'offensiva più grande in primavera".

"Ora l'Ucraina ha uno slancio", ha detto Stoltenberg, aggiungendo che le capitali della Nato stanno "considerando costantemente quali sistemi [d'arma] vogliamo consegnare" a Kiev per proseguire sulla strada tracciata dalla vittoria nell'Ucraina orientale a settembre e dall'offensiva che ha ripreso Kherson a novembre.

Stoltenberg ammette, come detto alcuni giorni fa in un'intervista alla Suddeutsche Zeitung, di essere conscio del fatto che come molte guerre anche quella d'Ucraina dovrà finire al tavolo delle trattative. Ma aggiunge di ritenere che tali trattative debbano aver luogo sulla scia di un risultato favorevole a Kiev sul campo di battaglia. Del resto, "l'Ucraina è uno Stato indipendente e non appartiene alla sfera d'influenza della Russia. La porta della Nato è aperta", ha ribadito Stoltenberg al quotidiano tedesco, per quanto in una prospettiva di medio-lungo periodo.

Al Ft, pressato sui temi caldi del momento, Stoltenberg ha nicchiato. "Non ho informazioni aggiuntive sull'uso dei droni da parte di Kiev, l'Ucraina si difende dagli attacchi e dai colpi alle infrastrutture civili, proprio ora che arriva l'inverno: tutto ciò mostra la brutalità della Russia e l'Ucraina ha il diritto di difendersi da questi attacchi", ha dichiarato. Sul fronte ucraino, gli ultimi successi hanno reso più baldanzoso l'esercito di Kiev. Giusto oggi la testata filogovernativa Unian ha riportato la comunicazione dello Stato maggiore dell'esercito secondo cui nella regione russa di Kursk i militari stanno costruendo fortificazioni e si preparano all'"invasione" delle forze armate di Volodymyr Zelensky. Un'esagerazione voluta, chiaramente. Ma anche un segno del morale alto dei difensori. La guerra, dunque, continua. E per tutto l'inverno l'Europa dovrà vivere con apprensione in vista di mosse future da parte di Mosca, mentre nel frattempo continuerà il riarmo per mano occidentale delle forze armate di Kiev, a loro volta colpite da dure perdite nei dieci mesi di guerra difensiva condotta fino ad oggi.

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