Hiddink a caccia di una nuova impresa «Ma gli azzurri di oggi sono più forti»

Consigli a Lippi? Nemmeno per sogno. Innanzitutto è un avversario, e poi «chi sono io per dare suggerimenti a uno come lui?». Fa il modesto Guus Hiddink, lo spauracchio che agita i sonni degli azzurri. In cuor suo, però, sogna di ripetere il colpaccio di quattro anni fa: Corea del Sud-Italia 2-1 e la banda del Trap a casa tra i fischi.
Per l’Italia fu un mezzo dramma nazionale, per la Corea una sorta di apoteosi, per Hiddink l’ennesima impresa da ct giramondo. «Ricordo bene. C’erano grandi stelle contro giocatori modesti». Solo che i suoi «manovali» del pallone ci rifilarono un bel dispiacere, complice l’arbitro Moreno. «Troppo clamore su quella partita. All’epoca dissi che bisognava essere critici verso se stessi, non guardare le circostanze esterne». Come a voler dire che l’Italia si complicò l’esistenza da sola.
«Stavolta però è diverso», chiosa Hiddink. Già, è cambiato quasi tutto. Lui siede su un’altra panchina, quella dei «Socceroos», e di fronte non ci sarà più l’Italia di Trapattoni ma la banda di Lippi. Differenze? Molte, secondo Hiddink. «L’Italia ha cambiato mentalità. Adesso sfoggia un gioco più offensivo, più moderno».


Lui invece non cambia mai. E da vecchia volpe ha già iniziato a far pretattica: ieri con una mossa a sorpresa ha annullato l’allenamento pomeridiano e vietato ogni contatto con i giocatori e lo staff tecnico. La guerra dei nervi è cominciata.

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