«I Circoli non diventino doppioni dei partiti»

«I Circoli non diventino doppioni dei partiti»

Forza Italia e i circoli vicini al centrodestra. Sempre più spesso, il partito si confronta con movimenti che, nell’idea di Silvio Berlusconi, dovevano essere promossi da persone esterne alla politica e attrarre i cittadini vicini per ideali e cultura al centrodestra, ma senza il desiderio di aderire a uno dei suoi partiti. Non sempre è andata così, anche in Liguria. Sono stati dei politici a far nascere alcuni circoli (non tutti), come quelli della Libertà, che invece a livello nazionale sono nati dall’idea di un’imprenditrice, Michela Brambilla. Per questo Michele Scandroglio, coordinatore regionale di Forza Italia, interviene per mettere un po’ d’ordine, spiegando quale dev’essere il ruolo di partiti e circoli. E da quali rischi si devono guardare questi ultimi.
Il coordinatore parte dall’analisi dei due poli: «Partito dei Moderati o della Libertà a destra e Partito democratico a sinistra soffrono di crisi prenatale, le organizzazioni politiche che potrebbero dargli vita hanno anima, dirigenza e idee proprie, che ne fanno la storia individuale e il portato collettivo. Per renderle omogenee e coese in un unico contenitore che abbia vita sana e robusta è indispensabile che il processo di aggregazione sia chiaro e trasparente, ma soprattutto frutto di un sentire popolare unanimemente condiviso: ecco il fulcro dell’azione dei Circoli della Libertà».
Circoli promossi dal Cavaliere con un intento preciso, ricorda Scandroglio: «L’intuizione di Silvio Berlusconi in ordine alla nascita di Circoli della Libertà capaci di attrarre ambienti della società civile che guardano al centrodestra tout court senza essere attratti specificatamente dalle varie componenti politiche che lo compongono è come sempre un passo avanti rispetto alla normale dialettica politica».
Questo, però, obbliga i partiti a ripensare in qualche modo il loro ruolo: «I partiti dovranno ragionare intorno alle difficoltà, ma non possono esimersi dalla considerazione che i cittadini sono molto più moderni, che hanno compreso l’ineluttabilità del bipolarismo quale strumento indispensabile alla azione di buongoverno e le federazioni, le aggregazioni ed i partiti “unici” ne rappresentano la risposta più chiara - spiega il coordinatore regionale degli azzurri-. Il percorso potrà essere complesso ma l’istanza dell’elettorato dovrà trovare ascolto».
Ma chi dovrebbe aderire, dunque, ai circoli? «I circoli della Libertà nascono per raccogliere tutti coloro che vogliono battersi o semplicemente testimoniare la propria appartenenza senza aderire a questo o quel movimento politico - argomenta Scandroglio-. Si tratta di un neocollateralismo, un luogo prepolitico, una area di compensazione tra i partiti del centrodestra e la società civile, i mondi delle professioni, dell’artigianato e del commercio, della scuola, del pubblico impiego, giovani e meno giovani, insomma di tutti coloro che si identificano nella frase di Montesquieu “la libertà è quel bene che ci fa godere di ogni altro bene”».
Non è un percorso facile, l’esperienza mette in evidenza qualche incognita secondo il coordinatore azzurro. «Certo sussiste qualche rischio di strumentalizzazione, la monopolizzazione di questi spazi da parte di soggetti fortemente caratterizzati politicamente oppure tutti appartenenti ad un’unica area politica potrebbe anestetizzare la valenza e la capacità di attrazione, riducendone l’azione a luogo d'incontro di amici.

Nulla di male, ma l’idea originale ne viene snaturata e il risultato reso incerto» spiega. Ma conclude: «I partiti e la politica dovrebbero fare un passo indietro rispetto a questa discesa in campo di massa, se davvero è tale».

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