I «corti» teatrali in tempo di eclettismo

I «corti» teatrali in tempo di eclettismo

È ormai il quarto anno consecutivo che il teatro India apre i suoi spazi interni ed esterni all’eclettismo di una rassegna articolata in spettacoli, performance, musica, eventi di danza, tutti rigorosamente attinti alla creatività contemporanea e corredati da un interessante calendario di incontri e dibattiti. L’edizione 2009 di «Short Theatre» (diretta come sempre da Fabrizio Arcuri e al via lunedì con appuntamenti fino a mercoledì notte) si presenta in formato ridotto rispetto al passato ma attraversata da una solida spina dorsale di idee e intenzioni. Tanto più perché esplicitamente dedicata a Nico Garrone, sensibile critico teatrale scomparso di recente che con intelligenza e attenzione ha sempre monitorato e sostenuto i fermenti innovativi della scena romana. E proprio dalla scena romana provengono molte delle compagnie in scaletta: da quella di Roberto Latini (alla prese con una personalissima riscrittura dell’Otello che lavora sulla parola e la voce) al Teatro delle Apparizioni di Fabrizio Pallara (invitato con il suo Pop-up. La terza dimensione del libro); da Daniele Timpano (in coppia con la danzatrice Elvira Frosini in Si l'ammore no) al geniale Andrea Cosentino (artefice di uno studio per così dire «metateatrale» intitolato Primi passi sulla Luna), fino alla stessa Accademia degli Artefatti guidata da Arcuri e impegnata qui in un testo dell’inglese Mark Ravenhill che, parte di un progetto molto più ampio, si ispira al film Nascita di una nazione di David Wark Griffith (’15). L'apertura della vetrina, arricchita pure dalla presenza di quattro gruppi finalisti al premio Generazione Scenario, spetta però al bolognese Teatri di Vita e all’allestimento di un monologo intenso, disarmante e unico nella storia della drammaturgia europea quale è Dondolo di Beckett.

Andrea Adriatico riprende una sua precedente messinscena dell’89 e ne ricostruisce l’essenza, le motivazioni più profonde, affidando ad Angela Baraldi (la ricorderete senza dubbio in Quo vadis, Baby? di Salvatores) quella nenia di ricordi, paure, disillusioni, dondolii dell’anima e del pensiero che compongono il parlare vuoto, il dire solo apparentemente insensato, della protagonista.
Info: 06.684000313; 06. 55300894; info@shorttheatre.com.

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