I Crudi d’Italia e la qualità Luppi

La precisazione di un studio di Parma, mi ricorda, dopo la pagina di Affari di Gola del 14 maggio scorso, interamente dedicata a Parma e ai suoi gioielli golosi, che la produzione di prosciutto crudo dell’azienda Luppi di Sala Baganza non è affatto cessata perché la stessa è stata ceduta nel 2005 alla società Crudi d’Italia, www.crudiditalia.it. Lo stesso legale mi avvisa che «al momento il sito non è stato ancora integralmente aggiornato, essendo l'operazione di cui le facevo cenno abbastanza recente».

Ne prendo atto e come «orfano» del migliore crudo di Parma, cosce stagionate anche 36 mesi prima della commercializzazione, posso solo augurarmi che la cessione «comprensiva di marchi, tecnologia, istruzioni di produzione e know-how alla società mandante, cessione in forza della quale la produzione Luppi ha proseguito in via continuativa», non vada a toccarne la qualità assoluta. Perché, e questo è un discorso generale, vale per cibo, vino, auto, tutto, ogni nuova proprietà ha la sua personalità e stile, e non è affatto detto che il buono di ieri abbia lo stesso dna di quello di domani.

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