Un poco onorevole tesseramento dufficio. Anzi, peggio. «Una terronata per arruffianarsi il potente di turno. Del resto, così va lItalia». Ci va giù pesante Franco Abruzzo, mezzo secolo di onorata professione e ancora tanta voglia di cambiarla, possibilmente in meglio. La consegna a Mario Monti della tessera dellOrdine dei giornalisti non lha ancora digerita. «Ma che siamo matti? Mica si possono regalare così le tessere professionali, a me sembra il classico gesto allitaliana che svilisce una tessera. E pensare che queste sarebbero occasioni di grande rilevanza dal punto di vista sociale per far capire a tutti il significato di un mestiere glorioso come il nostro...».
Un vizietto, quello della tessera ad honorem, duro a morire. «Proprio come successe a suo tempo per il presidente Giorgio Napolitano, non ne ho le prove - rivela Abruzzo - ma mi sa che quando il presidente dellOrdine Jacopino ha parlato del collega Napolitano si è tradito, fu lallora presidente Del Boca a dargli la tessera, ne sono quasi sicuro...». Ma per Abruzzo il Monti giornalista non può certo evitare la soppressione dellAlbo, magari la rallenta. E se non fosse stato per la caduta del governo Berlusconi la cancellazione sarebbe già realtà. «Chi ha frequentato le facoltà di Giurisprudenza o Scienze politiche sostiene nel primo anno lesame di Diritto costituzionale o di Diritto pubblico e, quindi, sa bene che le leggi hanno un cappello che guida la lettura di tutto larticolato. Questo principio è stato rispettato dal governo Berlusconi quando ha varato il disegno di legge 138/2001 che contiene un articolo che disegna la più radicale riforma degli ordinamenti professionali dopo 30 anni di dibattito. Va letto in simbiosi con le direttive comunitarie che dal 1988 in poi richiedono ai professionisti una laurea almeno triennale e un esame attitudinale (equivalente al nostro esame di Stato) per labilitazione allesercizio professionale».
Stessa linea da parte del radicale Gianfranco Paris, una polemica in bella vista sul sito Notizie Radicali: «Laltro giorno ho ascoltato una lunga perorazione del presidente dellOrdine dei giornalisti italiani, fatta davanti al presidente del Consiglio Monti nella quale cercava di convincere il capo del governo ad evitare che la ventilata onda di liberalizzazioni si abbattesse anche sullOrdine dei giornalisti. E, a conclusione del suo intervento, ha consegnato allo stesso la tessera onoraria di giornalista come premio per aver svolto per anni lattività di pubblicista. Come a dire: Ora sei anche tu dei nostri!. Una furbata allitaliana di fronte alla quale Monti ha mostrato labituale fair play ringraziando dellonore concesso. Allora sarà bene ricordare, se non a Monti almeno a noi stessi, che labolizione degli ordini professionali in genere e quella dellalbo dei giornalisti in particolare sarebbe indispensabile per il rilancio delleconomia del paese». Spiega meglio: «Questo Albo serve a mantenere ben saldo in mano ai fortunati iscritti il controllo della professione, i nuovi ingressi sono regolati con il contagocce con esami che somigliano alla roulette e soprattutto per mantenere il controllo del lavoro giovanile».
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