I giovani «couturier» a caccia della promozione

Maglieria ricercata per la Gervasio Borse voluminose da Contrada Le esordienti dell’Est scelgono la tunica

I giovani «couturier» a caccia della promozione

Promossi i nuovi talenti. La passerella di AltaRoma ieri ha laureato Bianca Maria Gervasio, Carlo Contrada e gli stilisti dell’Accademia Nazionale dei Sartori. La giovane Bianca Maria Gervasio, alla sua seconda partecipazione alla kermesse romana, è una ventiquattrenne di origini pugliesi. Ingrediente della sua collezione, che ha sfilato all’Auditorium, la perizia artigianale, ispirata alla tradizione dei primi couturier. Il must delle sue creazioni è la maglia, rivisitata con tagli a vivo e giochi di linee morbide, dove il lavoro paziente dell’uncinetto è un richiamo alla sua terra. La donna presentata dalla stilista è molto femminile. Seno, fianchi e punto vita esaltano la silhouette sinuosa, con abiti ad anfora e scollature valorizzate da pietre preziose come le corniole. Le nuance dominanti sono fredde: carta da zucchero, salvia, bianco ghiaccio, beige. Il massimo dell’originalità creativa è racchiuso nel top a cilindro, costruito con una zanzariera, sintesi di ricerca e inventiva.
Grande attenzione ai tessuti anche per Carlo Contrada. Il couturier ha illuminato la passerella di AltaRoma con un mix audace e sofisticato di lattice e maglia, pelle e jersey di viscosa. Abbinamenti a contrasto tra il sopra e il sotto, come i rigidi bustier e le gonne voluminose di maglia liscia. Ma i veri protagonisti sono gli accessori, chic e shock come la «doctor bag», vero trend della collezione. Shantung, pizzi e Swarovski per la donna dell’Accademia dei Sartori, fondata nel ’500 come corporazione per volontà di papa Gregorio XIII. Romantica o sontuosa la sposa impero. Linee classiche, ma colori vivaci per i modelli maschili.
Clou della terza giornata di AltaRoma è stato l’appuntamento con la solidarietà al Tempio di Adriano. Giovani donne vittime di violenze e sfruttamento si sono trasformate in stiliste, grazie al progetto «Per riprendere il filo», ideato per formarle come modelliste con un laboratorio di 700 ore. Un’occasione di chiudere con il passato e rinascere con un nuovo lavoro nell’accattivante mondo del fashion.

La tunica romana è stato il leitmotiv del lavoro stilistico realizzato dalle dodici donne provenienti dall’Est europeo. Il corso, coordinato da Deanna Ferretti, è partito il 4 dicembre scorso, presso l’Accademia di Moda Ida Ferri. E, per la seconda edizione, il tutor speciale sarà Romeo Gigli.

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