I giudici non lasciano Novi, anzi raddoppiano

Giovanni Novi deve starsene ancora chiuso in casa, senza parlare, telefonare, o tenere corrispondenza con chicchessia. Resta, cioè, agli arresti domiciliari. Fino a martedì 19. Poi si vedrà, visto che la scarcerazione è subordinata all’esigenza, da parte dei pubblici ministeri incaricati dell’inchiesta sul Multipurpose, di completare i riscontri «anche in seguito alle dichiarazioni rese da Novi durante l’interrogatorio di garanzia».
Ha deciso così ieri il gip, giudice delle indagini preliminari, Franca Borzone, che non ha accolto la richiesta degli avvocati Cesare Manzitti e Cesare Corti Galeazzi, difensori dell’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova che puntavano alla revoca della misura di custodia cautelare.
Il giudice è stato inflessibile: al momento, di far tornare Novi un uomo libero, seppure indagato, non se ne parla.


Immediata la replica (e lo sconcerto) dei legali di fronte a un provvedimento di revoca dei «domiciliari» che era ampiamente previsto in quanto Novi, ormai ex presidente, non sarebbe stato certo in grado di inquinare le prove e neppure di avere accesso agli uffici che ha frequentato quotidianamente (...)

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