I LADRI DI PISA A DE FERRARI

I LADRI DI PISA A DE FERRARI

Vi svelo un piccolo retroscena. Fino a qualche mese fa, ogni volta che arrivava una notizia sul Terzo Valico, anche noi in redazione ci guardavamo un po’ scettici.
Non perchè non credessimo ai poteri del treno veloce. Anzi, personalmente, ho scritto, riscritto e riscriverò fino alla nausea (anzi, colgo l’occasione per scusarmi con i lettori della ripetitività ossessionante) che il Terzo Valico è letteralmente l’unica possibilità di sopravvivenza per Genova e la Liguria.
Primo motivo: perchè arrivare a Genova e a Torino in un’ora, permetterebbe ai nostri lavoratori e ai nostri figli di non trasferirsi in Lombardia e in Piemonte, ma di fare i pendolari con tempi umani.
Secondo motivo: perchè trasformerebbe Genova e la Liguria in una grande e meravigliosa periferia di Milano e di Torino, con una fortissima ricaduta di reddito e di capitale su tutta la nostra città e su tutta la nostra regione, per esempio con un effetto moltiplicatore sul valore delle case. (Postilla indispensabile: vivo in affitto e non parlo per interessi personali, anzi).
Terzo motivo: il Terzo Valico è indispensabile per il porto. Perchè Genova, vera e propria porta d’Europa, assicura sei giorni di vantaggio per le merci in arrivo dai nuovi mercati del Far East rispetto a Rotterdam. Ma se le merci restano sei giorni in banchina per mancanza di infrastrutture che le portino nel Nord Europa, le navi vanno direttamente in Olanda. E il porto di Genova muore. E, con il porto, muore Genova.
Tutto questo, dicevo, lo sappiamo benissimo. Ma ci guardavamo con sospetto ogni volta che dovevamo scriverlo perchè è da trent’anni che troviamo nel nostro archivio articoli su questa storia. Ed è da trent’anni che il Terzo Valico non si fa. E quindi, era la domanda, perchè continuare a dare spazio al niente? Certo, un niente pieno di motivazioni e di chiacchere, ma pur sempre niente.
Devo dirvi quindi che, se siamo tornati in modo così pesante a parlare di Terzo Valico, smontando gli scoop non documentati giuridicamente e proponendovene di reali, è proprio grazie a voi. Perchè sono stati i vostri interventi e il vostro cuore a risollevare il problema. Insomma, avete capito alla perfezione l’importanza della posta in gioco.
Importanza che aveva capito benissimo anche Sandro Biasotti, che aveva fatto di questa battaglia per il futuro di Genova la sua battaglia. E che capiscono anche alcuni nel centrosinistra: ad esempio, non condivido ma comprendo la posizione di Claudio Burlando sul tema. E, fino a prova contraria, gli riconosco una certa dose di buona fede e apprezzo comunque un’impostazione (fin troppo) pragmatica che non lascia un briciolo alla dietrologia.
Del resto, il nostro principio è sempre quello: non ci interessa chi dice una determinata cosa e che maglietta indossa. Ma ci interessa cosa dice.


Certo, se poi gli uomini del centrosinistra spiegano di volere il Terzo Valico e poi il giorno - anzi, la notte - dopo tagliano i fondi per farlo, l’unica immagine che ci viene in mente è quella dei ladri di Pisa. Per chi non li ricordasse, erano quelli che litigavano fuoriosamente di giorno. E poi andavano a rubare insieme di notte.

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