I parenti dei giovani uccisi dal Rom brillo pronti alla protesta

Da una parte lui, Marco Ahmetovic, che considera «troppo pesante» una condanna a sei anni e sei mesi, ma si dice «pronto a pagare il giusto per la mia colpa». Dall’altra loro, i familiari dei quattro ragazzi uccisi dal furgone del nomade ubriaco: «Meritava non uno, ma quattro ergastoli». Sono pronti a «incatenarsi davanti al Parlamento, il 30 ottobre, per chiedere leggi più severe, e certezza della pena. Difficile che le richieste di perdono di Marco («mai avrei voluto che tutto questo accadesse, sono stato abbagliato dai fanali dei motorini»), o del padre Majo smuovano queste certezze. E peggio sarà se il 12 ottobre il Tribunale del riesame non revocherà gli arresti domiciliari ottenuti da Ahmetovic per un vecchio tentativo di rapina, rimandandolo in cella. O se il difensore, ripetutamente minacciato di morte, presenterà appello e otterrà uno sconto di pena.

«Ahmetovic deve stare in carcere e come lui tutti quelli che guidano ubriachi, anche gli italiani certo», dicono i familiari che si costituiranno in Comitato e il 30 andranno a Roma per sollecitare pene più «giuste» e una riduzione dei gradi di giudizio.

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