Non bastavano le intercettazioni del caso Ruby, le pagine dellinchiesta della Procura di Milano distillate col contagocce alla giunta per le autorizzazioni a procedere. Adesso una nuova ondata di documenti giudiziari depositati dalla Procura di Perugia che ha appena chiuso le indagini sulla presunta cricca di Bertolaso, Anemone & co si abbatterà su giornali e televisioni. Le prime indiscrezioni si rifanno al lavoro della Guardia di finanza sullimpresa che ha monopolizzato il sistema degli appalti e che era solita «sdebitarsi» coi potenti pagando loro lavori e quantaltro richiesto, il più delle volte, per il tramite dellex provveditore alle opere pubbliche, Angelo Balducci. Poteva mancare un riferimento indiretto a Silvio Berlusconi attraverso la società Medusa? Certo che no. Nel lavoro di ricostruzione effettuato dai baschi verdi sul gruppo Anemone spuntano «incarichi» ad personam anche nel campo del cinema. A usufruirne, secondo la Finanza, è Francesco Piermarini, cognato di Bertolaso, noto per i suoi incarichi professionali alla Maddalena. Piermarini, che viene nominato responsabile della «supervisione e revisione della contabilità» dei lavori alla caserma Sisde-Zignani in via Etruria (35mila euro), come altri protagonisti dellaffaire Protezione civile a cominciare dal giro dei personaggi collegati ai presunti favoritismi per far lavorare il figlio di Balducci, attore di successo denota una grande passione per il cinema tantè che risulta essere in società nella Grand Bleu, produttrice di svariate pellicole tra cui il Servo Ungherese che oltre a incamerare «rimborsi» dallo Stato - annota la Finanza - riuscirà ad andare in attivo attraverso lintervento della società Medusa Cinematografica che si accollerà lo sfruttamento dei diritti.
Una prima, scarna lettura dei sessantaquattro faldoni depositati rivela un altro dettaglio importante: quello di una sorta di «riserva aurea» della Holding Anemone pari a 70 milioni di euro. Un piccolo tesoro reso possibile da tutta una serie di operazioni contabili e finanziarie finalizzate a incamerare del nero, eludere il fisco e i controlli delle autorità competenti. Settanta milioni di euro che la Guardia di finanza, daccordo con lautorità giudiziaria umbra, è intenzionata a riportare a casa come testimonia la richiesta di sequestro del patrimonio del Gruppo (anche quello personale dei soci) finalizzata alla confisca dello stesso. Sono diverse le operazioni sospette (fatturazioni per lavori in subappalto e altro) individuate dalla Gdf. Partite di giro e triangolazioni fra gli stessi associati dellImpresa Anemone Costruzioni. Nel 2009 si registra il maggior «ammanco» per una cifra che sfiora i 54 milioni di euro, uno sproposito rispetto ai due milioni scarsi del 2005 e ai 15 del 2008. Il totale, come detto, va oltre i 70 milioni. A sorpresa, poi, escono nel dettaglio anche le provvigioni e le prebende agli amici da parte del gruppo Anemone in stretto contatto con il dominus della Protezione civile, Guido Bertolaso. E proprio sulla moglie di costui, Gloria Piermarini, si concentrano le attenzioni dei finanzieri allorché si ritrovano a documentare lintensa attività sui suoi conti correnti bancari a far data dal 2004 quando si evidenziano entrate consistenti dalle società satellite Sac, Italfer e Redim per un totale di oltre ottantamila euro. E infine. Il controllo sulla famosa «Lista Anemone» pubblicata in esclusiva dal Giornale ha portato allemersione di una sorta di contabilità parallela mascherata da codici criptati alfanumerici.
Quanto allappartamento di via Giulia di Propaganda Fide è il professor Francesco Silvano a «scagionare» Bertolaso.
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