«I silenzi di Tanzi sulla liquidità»

«Chiesi a Tanzi come potevano avere una liquidità di 3,9 miliardi di euro e non riuscire a pagare un bond da 150 milioni. Lui stette in silenzio per oltre un minuto, come di uno che si rende conto solo in quel momento di qual era la situazione». Il presidente della Consob, Lamberto Cardia, ha raccontato così davanti al tribunale di Milano il momento forse più drammatico della vicenda Parmalat, quando il presidente Calisto Tanzi si recò, il 10 dicembre 2003, negli uffici della Commissione. Le difficoltà di Parmalat erano già evidenti, di lì a pochi giorni si scoprì che la liquidità non esisteva. Il presidente della Consob ha deposto ieri come teste al processo per aggiotaggio contro Tanzi, i sindaci e i revisori. Sulla liquidità poi mi rispose che ne ricavava un utile e non la voleva toccare. Allora dissi: «Ma ce li ha davvero?» e lui non rispose.

Cardia ha tagliato corto con i giornalisti che gli chiedevano delle accuse mosse contro la Commissione dall’amministratore delegato della Popolare italiana, Gianpiero Fiorani. «La Consob, come sapete, parla solo con i suoi atti».

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