I tagli mettono tutti contro tutti

La sanità in Liguria sembra davvero malata grave. I sintomi, dapprima mascherati, sono diventati malesseri forti. Impossibili da sottovalutare. Come nel caso della battaglia - non senza cadute di stile - sull’ospedale di Cairo Montenotte che vede contrappposti Michele Boffa consigliere regionale della Margherita a Roberta Gasco, collega dell’Udeur che ha denunciato il tentativo della giunta di Burlando di effettuare tagli all’ospedale di Cairo Montenotte. Boffa, che evidentemente si è sentito chiamare in causa dalla Gasco quando parla di «silenzio di tanti colleghi savonesi e assessori», risponde alla collega che è «irritante e paradossale che il mio attaccamento alla Valle Bormida e la mia serietà siano messe in discussione dalla giovane, carina e superficiale collega». Aggettivi che si commentano da soli, ma che hanno portato la Gasco a rispondere che «stupisce che proprio Boffa che sa bene che le funzioni dell’ospedale di Cairo Montenotte saranno eccome compromesse dall’eventuale ristrutturazione della rete ospedaliera, dica certe cose». La Gasco continua sostenendo di essere «orgogliosa di essere carina perché giovane. E, in quanto giovane di preoccuparmi del futuro della mia Liguria, nella Val Bormida così come a Pietra Ligure e in tutta la regione. Credo, in questo, di rivelarmi molto più seria (e meno superficiale) di altre persone che dicono di esserlo soltanto a parole».
I malumori emergono anche in consiglio comunale dove Antonio Bruno, capogruppo di Rifondazione Comunista ha chiesto al neo sindaco Vincenzi una discussione urgente sui tagli della sanità «visto che entro la metà di luglio l’amministrazione comunale deve esprimere un parere sulla seconda fase del piano di ristrutturazione della rete ospedaleriera della Regione Liguria e che queste trasformazioni possono diventare occasioni di veri e propri tagli al servizio ospedaliero, con rilevanti disagi alla cittadinanza». Il fantasma dei tagli agita anche il mondo sindacale, come dimostra il comunicato della segreteria della Cgil che, tramite il responsabile della sanità Eugenio Leri, chiede, a proposito della deaziendalizzazione prevista per Villa Scassi, che «sia mantenuta una forte autonomia decisionale alla direzione del presidio ospedaliero, seppure inserito nell’ambito della Asl3». Inoltre Leri ribadisce che è «indispensabile che tutta la rete ospedaliera del ponente genovese venga considerata come unico presidio ospedaliero che prefiguri virtualmente il grande ospedale del ponente da 700 posti letto».


Per difendere l’autonomia di Villa Scassi si sono mossi nel Centro Ovest anche il consigliere municipale Udc Luca Mazzolino, e quelli della Lista Biasotti Stefano Tortello e Lucia Gaglianese che hanno scritto al presidente Domenico Minniti affinché difenda l’autonomia di Villa Scassi che ha dimostrato di essere un presidio ospedaliero funzionale e ben gestito.
Intanto il consigliere regionale di Forza Italia, Matteo Rosso, sta organizzando il «Villa Scassi Day», una giornata di mobilitazione contro la de-aziendalizzazione del presidio ospedaliero del ponente.

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