«Imitati dai brasiliani e bevuti dai tedeschi»

A berlo all’estero sono soprattutto i tedeschi. A produrlo all’estero sono i brasiliani. Giancarlo Moretti Polegato, presidente dell’azienda vinicola di Villa Sandi, Valdobbiadene,[NOTE][/NOTE] spiega al Giornale che il successo internazionale del prosecco è la prima causa della forte concorrenza e anche la ragione dell’aumento strepitoso delle terre in cui crescono i vitigni doc.
Il prezzo delle terre del prosecco è schizzato alle stelle, perché?
«È un fatto vero: il prosecco in questi ultimi anni ha continuato ad avere successo in Italia e anche all’estero. Esportiamo il 40 per cento. È diffuso e si abbina a tutte le cucine internazionali ed è un’alternativa allo champagne. I terreni del prosecco si dividono i due zone: l’area di Conegliano-Valdobbiadene si estende su 4.800 ettari di vigna e produce 50 milioni di bottiglie l’anno; in pianura, nel Trevigiano e nelle province limitrofe. Il prodotto in questo caso ha fatto valorizzare i terreni. C’è anche un grande incremento dell’eno-turismo: gli stranieri vengono per conoscere il vino e il territorio».
Chi sono i maggiori consumatori all’estero?
«Noi esportiamo in 60 Paesi e la quota export è attorno al 60 per cento. Vendiamo in America - dal Brasile al Canada - in Australia e Nuova Zelanda. Ma il primo Paese in assoluto che consuma il nostro prosecco è la Germania: i tedeschi hanno sempre apprezzato le bollicine. Venendo in massa sulle nostre coste adriatiche si sono abituati al prodotto. Esportiamo tanto in Gran Bretagna e la promessa oggi sono gli Stati Uniti, un mercato con molte potenzialità per il mondo delle bollicine».
Chi è all’estero il concorrente numero uno?
«Proprio per il successo ottenuto in questi anni, i produttori di prosecco hanno deciso di tutelarsi affinché non si possa riprodurre il vino in altri Paesi del mondo. Oggi, si sta lavorando per far diventare il Prosecco, che è il nome dell’uva, anche una regione geografica che si estende dal Veneto al Friuli.

Così non dovremmo più preoccuparci della concorrenza, che oggi arriva soprattutto dal Brasile, dall’Australia e dalla California. Il Brasile ha una produzione attiva e a prezzi molto bassi. Ma presto, il Prosecco sarà soltanto italiano, forse già a partire dalla prossima vendemmia e sarà soltanto doc».

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