Migranti, Ue litiga sulle quote Renzi sbotta contro i colleghi: "Indegni di chiamarvi Europa"

L'Alto commissario: "Soluzione rivoluzionaria sulla solidarietà". Ma Tusk la sconfessa: "Manca il consenso"

Migranti, Ue litiga sulle quote Renzi sbotta contro i colleghi: "Indegni di chiamarvi Europa"

È sicura Federica Mogherini: il piano Ue sull'immigrazione sarà approvato e sarà una vera e propria rivoluzione nella solidarietà in Europa. Ne è sicura, ma non ha fatto i conti con il Consigliu Ue che non ha alcuna intenzione di accettare il meccanismo della redistribuzione in base alle quote.

"Se il vertice Ue andrà come previsto sull’immigrazione sarà una soluzione non perfetta ma comunque rivoluzionaria nell’accogliere il principio di solidarietà che sino a qualche giorno fa non era sul tavolo", ha detto l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini al suo arrivo al summit a Bruxelles.

Eppure sono giorni che si inseguono le voci di un piano tutt'altro che già approvato. "Non c’è consenso tra gli Stati membri sulle quote obbligatorie di migranti", ribadisce oggi il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, secondo cui il meccanismo volontario che potrebbe sostituire quello obbligatorio "è credibile soltanto con significativi e precisi impegni entro la fine di luglio".

Ottimista anche Matteo Renzi: "L’Italia riuscirà a far sentire la propria voce. Se sarò soddisfatto o meno lo vedremo alla fine del vertice", ha detto, "Quello che credo che sia importante è che finalmente questo tema non è più soltanto dell’Italia o del Mediterraneo, ma è un tema che riguarda davvero tutta l’Europa. Ora si tratta di vedere come sarà concluso l’accordo tra i Paesi membri e vediamo se possiamo essere soddisfatti alla fine".

Sono però fonti europee a parlare di uno scontro a Bruxelles.

Il presidente del Consiglio avrebbe attaccato i colleghi, dicendo: "Se non siete d’accordo sui 40 mila non siete degni di chiamarvi Europa". Parole durissime, a quanto si apprende, che chiedono "solidarietà" o di non "far perdere tempo" all'Italia e alla Grecia, ma di accettare la ripartizione dei richiedenti asilo.

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