Politica

Immortalare gli spiriti? Ci proviamo da secoli

di Massimo Introvigne

L'episodio da «notte al museo» dell'Archeologico di Napoli richiama la famosa vicenda del professor Tomokichi Fukurai (1869-1952). Questo illustre psicologo, professore all'Università Imperiale di Tokyo, pubblicò nel 1913 un volume in cui annunciava di avere documentato scientificamente un fenomeno che chiamava nensha o «pensierografia». La lastra fotografica, più sensibile dell'occhio umano, «vede» secondo Fukurai cose che sfuggono agli uomini. Fukurai si era interessato a lungo alla medium Chizuko Mifune (1886-1911) che però, scoperta a barare, nel 1911 si era avvelenata. Ma di un'altra medium, Sadako Takahashi (1876-1946), Fukurai era sicuro. Alla sua presenza sulle lastre fotografiche apparivano le immagini del maestro buddhista medievale giapponese Nichiren Daishonin (1222-1282) e di un folletto tipico della mitologia popolare nipponica. Il fatto che la Takahashi fosse la moglie di un rispettabile giudice sembrava essere una garanzia. Ma anche lei fu accusata di trucchi, e finì per determinare la rovina di Fukurai. Nel 1919 il professore fu costretto a dimettersi dall'Università Imperiale. Ma non fu dimenticato. Non solo gli fu affidata una cattedra all'Università Koyasan, di proprietà della «setta» buddhista shingon, ma un istituto porta ancora il suo nome e soprattutto la sua storia ha ispirato la trilogia di romanzi dell'orrore Ring dello scrittore Koji Suzuki e i tre omonimi film del regista Hideo Nakata, che hanno fan in tutto il mondo e dove appaiono pure le due medium Mifune e Takahashi.
La storia della fotografia psichica non inizia né finisce con Fukurai. Il primo ad affermare di aver fotografato spiriti di defunti fu l'inglese William Hope (1863-1933). In Ucraina il parapsicologo Julien Ochorowitz (1850-1918), dell'Università di Leopoli, si conquistò una tale reputazione fotografando spiriti da essere chiamato all'Istituto Generale di Psicologia di Parigi, di cui divenne condirettore. Ma che cosa fotografa esattamente chi punta la macchina fotografica - o, nel caso di Napoli, il cellulare - verso «gli spiriti»? Sul punto - per chi pensa che non si tratti, come molti invece ritengono, di semplici truffe - ci sono due ipotesi molto diverse. Secondo la prima, in presenza di persone con capacità di medium o in luoghi particolari si manifestano gli spiriti dei defunti, invisibili agli occhi umani ma visibili agli apparecchi fotografici. Questa ipotesi ha una preistoria: in presenza della famosa ma controversia medium italiana Eusapia Palladino (1854-1918) immagini dei defunti apparivano su blocchi di creta, apparentemente senza alcun contatto fisico con la chiaroveggente, per chi ci crede un chiaro preannuncio della successiva fotografia spiritica.
Ma per altri queste immagini non vengono affatto dagli spiriti dei defunti. Semplicemente, alcune persone avrebbero la capacità di proiettare le loro immagini mentali nell'ambiente in modo tale da farle apparire nelle fotografie. Questa è la tesi cui Fukurai cercò di conferire rispettabilità scientifica, e che altri parapsicologi hanno pensato di documentare più recentemente con i fenomeni di Ted Serios (1918-2006), un ex fattorino e ladro di auto di Chicago che affermava di riuscire a impressionare una pellicola Polaroid con la forza del suo pensiero. Un rispettato psichiatra di Denver, Jule Eisenbud (1908-1999), si basò su Serios per sostenere che le teorie di Fukurai erano ora provate, e anche stavolta la cultura popolare s'impadronì del fenomeno attraverso un episodio della serie X-Files. Serios, però, per concentrarsi aveva bisogno - oltre che di essere quasi sempre ubriaco - di tenere in mano un piccolo apparecchio di sua invenzione che chiamava «gizmo», e gli scettici hanno sempre pensato che di lì partissero i trucchi.
Imbroglio, illusione, realtà? Anche il caso di Napoli dividerà scettici e creduloni. Nei casi di apparizioni mariane sono frequenti fotografie dove in cielo appaiono croci o Madonne. La Chiesa non le ha mai prese troppo sul serio. Ma a Roma, nella chiesa neogotica del Sacro Cuore del Suffragio, si conservano immagini e impronte lasciate da anime del Purgatorio venute a chiedere preghiere.

Si tratta sempre di dibattiti che non si chiudono rapidamente.

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