da Milano
È un conto pesante quello che la Procura di Milano ha scelto di presentare a Fabrizio Corona al termine dellinchiesta sul filone di Vallettopoli nel capoluogo lombardo. Il pubblico ministero Frank Di Maio ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio di Corona per otto episodi di estorsione: due ebbero per vittima il calciatore Francesco Coco, uno il suo collega Adriano, uno Alberto Gilardino, anche lui calciatore, uno il motociclista Marco Melandri, uno Lapo Elkann e uno limprenditore Gianluca Vacchi. Per due episodi, quelli a carico di Adriano e Melandri, il pm chiede il rinvio a giudizio anche di Lele Mora, accusato di avere aiutato Corona a estorcere robuste somme di denaro ai due «paparazzati» in cambio delle foto che li ritraevano in allegra compagnia.
Linchiesta milanese è scaturita dallinvio al Nord di una parte degli atti compiuti da parte del pubblico ministero di Potenza John Woodcock. Nel registro degli indagati il pm milanese aveva iscritto molti altri nomi, per i quali ora si propone larchiviazione: i paparazzi che agivano agli ordini di Corona, e che sono risultati alloscuro delle intenzioni del capo; la soubrette Cecilia Capriotti, usata per incastrare Gilardino, e anche lei ignara delle trame di Corona; infine il calciatore Gilardino e la soubrette Fernanda Lessa, indagati per favoreggiamento per avere rivelato a Corona il contenuto dei loro interrogatori a Woodcock: ingenuità che non sconfina nel reato.
Sarà ora il giudice preliminare a decidere se rinviare a giudizio Mora e Corona. Se la posizione del primo appare più sfumata (si sarebbe limitato a passare la «dritta» sulle notti brillanti di Adriano e a consigliare a Melandri di pagare) per Corona il pm usa parole pesanti. E se si andrà al processo, si annuncia un dibattimento ad alto impatto mediatico.
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