Hanno perso le piume, ma non certo lo spirito da guerrieri. Sono i dissidenti di Nazione Indiana, il blog letterario che per anni è stato tra i punti di riferimento della discussione culturale italiana su Internet. Loro, che chiameremo per comodità i dissidenti, per la scelta di dividersi dalla Nazione hanno suscitato un autentico vespaio e non solo sul Web: il popolo dei bloggers è caduto per giorni in fibrillazione, mentre alcune terze pagine hanno colto loccasione per dimostrare come la letteratura su Internet non possa lasciare tracce visibili. La risposta dei dieci dissidenti - tra i quali la critica letteraria Carla Benedetti, gli scrittori Antonio Moresco, Tiziano Scarpa, Dario Voltolini e il fotografo ed editore Giovanni Giovanetti - è lapertura di un nuovo sito internet che sarà visibile da oggi: www.ilprimoamore.com. Sin dal nome e dalla grafica, espliciti rimandi alle cantiche leopardiane, gli ex indiani vogliono ribadire la necessità di uno spazio che non si limiti al virtuale ma che persegua «una coerenza che in Nazione Indiana spesso si perdeva». «Più che incoerenza - sottolinea Tiziano Scarpa - si sentiva mancanza di radicalità e la sensazione di comportamenti ambigui e troppo cautelati. Nessun pregiudizio contro Nazione Indiana, che da questa querelle rimbalzata di blog in blog ha trovato nuova linfa e nuovi validi collaboratori, ma soltanto la nascita di un nuovo sito che, nelle intenzioni, vuole esprimere posizioni più radicali».
«I navigatori di Internet - spiega invece Giovanetti - da oggi troveranno la nostra prima azione dimostrativa: Anche noi parte offesa, cioè un appello firmato da registi, scrittori, attori, intellettuali e critici per riaprire il processo sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Tra i primi firmatari, oltre agli ex indiani, figurano Giuseppe Bertolucci, Andrea Camilleri, Roberto Cerati, Marco Tullio Giordana, Carlo Lucarelli, Dacia Maraini, Michele Placido, Luca Ronconi, Gabriele Salvatores, Enzo Siciliano.
Questo per chiarire come per i dissidenti di Nazione Indiana lascia di guerra sia nuovamente dissotterrata.
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