Gli industriali del Nord-Est: «Appoggiamo il Cavaliere»

L’ira degli imprenditori del Veneto: «Come si fa a votare per Prodi che vuole rivedere la legge Biagi, bloccare la Tav, aumentare il ruolo dello Stato in economia?»

Marino Smiderle

da Padova

Non sono organizzati. Sono solo furenti. Questo lo stato d’animo degli imprenditori piccoli e medi del Veneto. Arrabbiati perché non capiscono come mai alcuni autorevoli colleghi abbiano preso posizione a favore del centrosinistra. È per questo motivo che otto di loro, senza apparati e organizzazioni alle spalle, hanno spedito inviti e indetto una conferenza stampa all’Holiday Inn di Padova. Per dirlo forte e chiaro: «Noi appoggiamo Berlusconi».
Sono in otto, arrivano in sette («Sergio Pascucci, di Rovigo, non ce l’ha fatta a tornare in tempo dalla Romania») ma dicono di rappresentarne almeno quattromila. «Sì, come minimo rappresentiamo i quattromila colleghi che a Vicenza hanno applaudito il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia - attacca Guglielmo Bedeschi, industriale padovano attivo nel settore dell’impiantistica -. Mi fanno ridere quelli che parlano ancora di claque: noi eravamo in sala e, come tutti i nostri colleghi, abbiamo applaudito. Siamo noi la claque, sono gli imprenditori la claque».
Fanno la fronda a Montezemolo? Ecco, no. Ci tengono a distinguere: per loro è giusto, sacrosanto, che Confindustria mantenga un’assoluta autonomia dai partiti («Anche se prima di Vicenza tutti vedevano che i vertici della nostra associazione si erano un po’ troppo spostati a sinistra», chiosa Pino Bisazza, ex presidente degli industriali di Vicenza); ma è altrettanto sacrosanto scegliere il programma che più tutela gli interessi delle imprese. «Quando Pietro Marzotto, del tutto legittimamente, dice che voterà a sinistra, nessuno ha niente da dire - osserva Bedeschi -. Quando noi osiamo prendere posizione a favore del centrodestra, invece, tutti parlano di rottura con Montezemolo, con Confindustria. Ma quando mai...».
Già, quando mai. Susanna Magnabosco, vicentina, titolare di un’azienda meccanica, dice per esempio di avere apprezzato molto il discorso del presidente di Confindustria. «È giusto che non si faccia tirare la giacca da nessuno. Però, quando andiamo a vedere i programmi, qualcuno deve ancora spiegarci come può un imprenditore ritenere apprezzabili le idee del centrosinistra».
Guido Cazzola, rodigino, ogni giorno se la deve vedere con i cinesi per continuare a vendere la sua produzione di maglieria. «Avete presente la legge Biagi? - chiede ai presenti -. Bene, per me e per la mia azienda è stata fondamentale. Io do lavoro a 70 dipendenti: se non ci fosse stata la legge Biagi, io oggi ne avrei la metà. Credo che nella mia stessa situazione ci siano migliaia di imprenditori. Ecco, sentire Prodi che viene a Vicenza per dire che quella legge va rivista, mi è bastato per fare una scelta chiara, precisa».
Rincara la dose Aldo Bordignon, titolare della «Liberty», nota azienda di biancheria intima di Castelfranco Veneto. «La precarietà del lavoro non è certo quello che cerchiamo noi imprenditori - afferma - ma, santo Dio, meglio un lavoro precario che essere disoccupati. Perché spesso dimentichiamo che questa è una Repubblica fondata sul lavoro. Vogliamo favorirlo, ’sto lavoro, o vogliamo favorire la disoccupazione?».
Anche Giorgio Palesa, di Treviso, e Paolo Stimamiglio, di Padova, sono sulla stessa lunghezza d’onda. «Non è possibile, per noi imprenditori - scrivono tutti nel documento finale - condividere il programma di uno schieramento che al suo interno ha determinanti forze politiche che respingono la legge Biagi, che si oppongono allo sviluppo energetico nucleare, che ostacolano le grandi opere come la Tav, che pensano di rafforzare il potere dello Stato nell’economia e conseguentemente i suoi costi di autogestione.

Per questo desideriamo confermare la nostra adesione alle posizioni espresse da Tremonti e da Berlusconi a Vicenza, rinnovando il nostro convinto applauso». Scrivono proprio così, «applauso», rievocando idealmente la claque collettiva di quella memorabile mattinata vicentina.

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