L'accelerazione della macchina giudiziaria passa anche attraverso l'informatizzazione. Difficile abbattere i tempi di attesa dei processi quando i faldoni si accumulano negli archivi delle procure e le sentenze vengono ancora scritte a mano (a volte in modo incomprensibile) dai giudici. Ecco perché la giunta Cappellacci, e in particolar modo l'assessorato degli Affari generali, si è data da fare anche nel settore giustizia. Innanzitutto stanziando dei fondi. Un milione di euro per avviare la digitalizzazione del sistema giudiziario regionale darà una bella spinta verso la modernizzazione delle procure e dei tribunali.
Il percorso però è lungo e delicato per la complessità dei procedimenti e per il numero di soggetti coinvolti. E serve dunque la collaborazione attiva di tutte le professionalità impegnate nei vari gradi di giudizio. Insomma, bisogna mettersi attorno ad un tavolo e capire da dove partire. Per il momento è stato firmato al Palazzo di giustizia di Cagliari un protocollo d'intesa tra il presidente della Regione, Ugo Cappellacci e il presidente del Tribunale del capoluogo sardo, Leonardo Bonsignore che ha l'obiettivo di ridurre i tempi di lavoro e l'abbattimento dei costi della macchina giudiziaria. In pratica, per migliorare e accelerare le procedure bisogna evitare i mille passaggi cartacei che oggi intasano ancora troppi tribunali italiani. E bisogna affidarsi all'informatica per attuare le notificazioni telematiche delle comunicazioni e degli atti processuali ad avvocati e ausiliari del giudice. Ma non solo. È importante il rilascio telematico dei certificati giudiziari; la trasmissione telematica delle notizie di reato tra forze di Polizia e procure; la registrazione telematica degli atti giudiziari civili presso l'Agenzia delle entrate; l'accesso pubblico via rete alle sentenze e ai dati dei procedimenti; la razionalizzazione, evoluzione e messa in sicurezza delle infrastrutture Ict, dei sistemi informatici e della rete di telecomunicazione della giustizia. Insomma il futuro deve diventare presente anche nelle aule giudiziarie. E non solo.
Anche nelle carceri l'informatizzazione può diventare un'occasione per i detenuti. Per questo la regione Sardegna ha ideato un progetto a sfondo sociale e culturale degno di essere «copiato» in altre realtà carcerarie. In pratica la giunta ha stanziato ben 2,5milioni di euro per digitalizzare il patrimonio archivistico custodito nelle carceri dell'isola. Questo lavoro sperimentale sarà gestito inizialmente da un gruppo di detenuti, una trentina, che potranno accrescere le loro competenze informatiche da sfruttare anche all'uscita della prigione, nell'ottica di un reinserimento lavorativo. Affiancati da un esperto, i detenuti dovranno dematerializzare la documentazione presente nelle tre ex colonie penali dell'Asinara, Tramaglio e Castiadas che, per la loro importanza e per l'interesse storico e sociale, consentono di ricostruire la vita negli istituti di pena tra la fine dell'Ottocento e la metà del secolo scorso. Inoltre si cimenteranno a realizzare ricostruzioni virtuali tridimensionali delle ex-colonie, visite guidate e panorami virtuali dei tre siti per valorizzarne il patrimonio architettonico e naturalistico e renderne fruibili i contenuti tramite i portali tematici della Regione.
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